Basta poco per dare colore e sapore a un piatto semplice come gli gnocchi, le ortiche sono l’ingrediente giusto per dare colore e sapore.
Si lo so sembra la settimana dell’ortica ma è la sua stagione, dobbiamo farne scorta e consumarla fino a che è possibile.
Come detto in precedenza dell’ortica si consumano solo le foglie tenere alle estremità. ora è il periodo giusto per raccogliere questa erba spontanea in pianura, a maggio e giugno quando quelle in pianura saranno troppo grandi e coriacee si possono raccogliere in zona collinare oppure in Lessinia.
L’ortica ha anche un profumo e un sapore particolare, aromatico, un sentore erbaceo accentuato e questo viene trasmesso dal piatto.
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di patate rosse della Lessinia
200 gr di ortiche
300 gr farina 0
150 gr gorgonzola DOP
1 uovo
Latte
Pepe nero
Sale
olio evo
Procedimento per preparare gli gnocchi alle ortiche:
Lessa le patate, io personalmente le cuocio al microonde solo con un goccio d’acqua per 8 minuti. Sbuccia le patate e schiacciale con lo schiaccia patate.
Pulisci e lava le ortiche, spadella con olio evo per qualche minuto, porta a cottura aggiungendo acqua, sale e frulla con frullatore a immersione.
Sulla spianatoia versa la farina, le patate, le ortiche, uovo, mescola e impasta il tutto, se serve aggiungi ancora farina.
Dividi impasto in 8 parti, con le mani crea dei serpenti da cui andrai a ricavare gli gnocchi. Infarina gli gnocchi in modo che non si attacchino.
In un padellino sciogli il gorgonzola a fuoco basso con un goccio di latte, non deve bollire.
Fai bollire abbondante acqua salata, versa gli gnocchi, quando vengono a galla sono cotti. Scola impiatta e condisci con gorgonzola e pepe nero.
A luglio sbirciando il blog mi sono resa conto di non aver mai parlato di Lessinia e dei suoi prodotti.
Succede sempre così, si gira per il mondo e si finisce col trascurare quello che di bello c’è a un’ora da casa.
Ho pensato di chiedere “aiuto” a una persona conosciuta personalmente a giugno, ma che seguivo sui social da qualche tempo.
Un professionista innamorato e appassionato di Lessinia il fotografo Marco Malvezzi
Ho contattato Marco dicendo semplicemente che non mi sarebbe piaciuto visitare il solito posto turistico. Mai come quest’ anno sento il bisogno di cose belle e di realtà vere.
Abbiamo parlato un po’ di vari luoghi, poi mi ha raccontato di Malga Camporetratto e li gli ho risposto MI HAI CAPITA!
Così ci diamo appuntamento per I primi di agosto quando finalmente avranno inizio le tante attese ferie.
Decidiamo per un martedì, giorno meno preso d’ assalto dal turismo mordi e fuggi.
Così tra chiacchere ed aneddoti raggiungiamo la Malga, distante da Erbezzo quel tanto che basta per ritrovarsi quasi soli a guardare il paesaggio.
Ci accoglie l’ aria frizzante dei pascoli, le mucche regine incontrastate dei pascoli e le belle costruzioni che compongono Malga Camporetratto.
La casara del 1802 dove ogni mattina viene prodotto il formaggi tipo monte e la caciotta fresca, dimenticavo che col siero estratto dalla produzione dei formaggi fanno anche la ricotta!
La bellissima stalla della prima metà dell’ ottocento con delle volte semplicemente incantevoli.
Incontriamo Ettore che dal 1950 è di fatto il malgaro, colui che produce il formaggio, nonostante I suoi 84 anni tutte le estati è qui in malga.
Lontano da disciplinari e schemi troppo rigidi, con il sapere di chi fa lo stesso gesto da sempre, Ettore a primo impatto timido, riservato, ma in realtà una persona che ha ranto da dire.
Intendiamoci, non a tutti, solo a chi ha voglia di stare a sentire.
Poi Renato e Sara, l’ animo giovane di questa realta.
Renato ci fa visitare la casara, illustra come avviene la produzione e la stagionatura del formaggio.
Tipo Monte
In genere del formaggio tipo Monte ne viene prodotta una forma al giorno, unendo il latte scremato della mungitura della sera con il latte munto al mattino.
Si porta il tutto a 35°, si aggiunge il caglio vaccino e dopo circa mezzora la cagliata è pronta per essere rotta, poi si procede a mettere in forma.
Il formaggio ora può essere messo a stagionare, anche se avrà bisogno di cure continue. Pensate che per ottenere una forma di circa 7 kg occorre circa un quintale di latte.
La produzione in una stagione è di circa 100 forme.
La caciotta fresca
Per la caciotta fresca il procedimento è pressoché lo stesso, il latte unito delle due mungiture viene portato a 30°.
La rottura della cagliata in questo caso è grossolana, questo perché la caciotta va consumata fresca.
Si consuma generalmente dopo 15 giorni un mese.
Sara, con lei il feeling è stato immediato, parlare di km 0 di stagionalità e di progetti futuri e di Lessinia con lei è naturale.
Progetti futuri per la malga ma che non si possono ancora dire!
Che dire ci racconta del formaggio, dei prodotti, dei salumi che oltre ad essere parte del menù proposto in malga sono anche venduti nei vari mercatini a cui partecipa.
Di come anche lei si arrabbi quando sente parlare di fragole a dicembre, se avrete la voglia di andarli a trovare potrete anche voi capire quello che io pensavo da un po’.
Questi luoghi non hanno bisogno del turismo di massa, di aperitivi alla moda o che so io, qui c’è bisogno di gente consapevole che sale in questo luoghi chiedendo permesso.
Perché se decidete di arrivare a Malga Camporetratto che sia a piedi, in auto o in bici tutto quello che vi serve è la pace, una bella camminata e gustare gli gnocchi di malga di Sara, I salumi, formaggi, confetture e giardiniera, senza scordare un buon bicchiere di vino.
Ringrazio Marco Malvezzi per le foto.
I miei gnocchi di patate rosse di Valdiporro e caciotta fresca
Secondo voi circondata da tanta bontà potevo non pensare a una ricetta?
Tornata a casa a Valdiporro dove passiamo le vacanze ho avuto l’ idea, uno dei prodotti tipici di questo paese è la patata in particolare quella rossa, qui trova un terreno nutriente, duro, che le conferisce mineralità e una consistenza croccante.
Erba spontanea che si trova nei mesi estivi in queste zone I carletti, di cui si consumano solo le foglie, dalla consistenza polposa e dalle propritá diuretiche e drenanti.
Non poteva mancare il formaggio, la caciotta fresca che abbiamo gustato a Malga Camporetratto, con il suo gusto di latte fresco dai sentori erbacei, risultato dell’ alimentazione naturale di queste mucche.
Ingredienti per 4 persone:
500 gr di patate
200 gr di caciotta fresca
100 gr di foglie di carletti
50 ml di latte intero
150 gr di farina 0
2 foglie di salvia
1 uovo
sale
pepe nero
olio evo
Procedimento:
Bollire le patate in acqua salata fino a quando saranno morbide, sbucciarle e schiacciarle con una forchetta, lasciare intiepidire.
Su una spianatoia inizia a impastare la purea di patate, farina e uovo, ottenuto un panetto compatto dividete in circa 10 parti.
Con le mani formare dei cilindri, quindi con un coltello tagliare gli gnocchi, circa 1,5 cm.
Schiaccia ogni gnocco su di una forchetta capovolta, si formeranno delle righe che tratterranno la fonduta.
Fai scaldare un filo di olio evo in padella, versa I carletti con le die foglie di salvia tritate, cuoci 5 minuti.
Taglia la caciotta a pezzetti e fai sciogliere in un pentolino a fuoco basso con il latte, aggiusta di sale.
Fai cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata giusto il tempo che salgano a galla.
Scola, condisci con la fonduta, I carletti e pepe nero.