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Le Guaite di Noemi Vinitaly 2019

Se devo essere sincera sono arrivata alla 53° edizione di Vinitaly con l’intenzione e l’ispirazione di degustare e scrivere vini Siciliani.

Di descrivere e capire meglio questa regione così distante fisicamente da me ma molto affine per colori e sapori.

Inizio però come consuetudine il mio Vinitaly dal Veneto, la mia regione di appartenenza, luogo del cuore e delle radici.

Proseguo nello spazio dedicato alla FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che si occupa di rappresentare la figura del Vignaiolo difronte alle istituzioni, a Roma come in altra sede, affianca e supporta i produttori chi di fatto produce vino dando alla loro categoria appoggio.

Degustando nello spazio Fivi vengo attratta dalla postazione e in particolare dalle etichette di Le Guaite di Noemi.

Non mi vergogno di dire di essere stata attratta in prima battuta dalle etichette, perchè un vino si vendeanche per la cura che si mette all’esterno della bottiglia.

Mi accoglie Noemi solare e comunicativa, sopratutto quando parla del suo prodotto, del suo vino come del suo olio, il suo motto:

Non è questione di moda, di denaro o doveri… è solo questione di Amore.

Un’ amore per la vigna nato a soli 8 anni, quando inizia a incamerare e a  rendere propri quei profumi e  quei sentori che oggi le hanno permesso di prendere in mano l’azienda di famiglia.

Azienda nata nel 1987 quando il padre Stefano Pizzighella acquista un piccolo frantoio a Mezzane di Sotto.

In un secondo momento inizia ad allevare anche la vite nella parte collinare più alta chiamata Le Guaite.

Nel 2002 le vigne iniziano a produrre e di inizia a vinificare i tipici vini della Valpolicella, si perchè Le Guaite vinifica solo in rosso, i vini prodotti sono:

Valpolicella superiore;

Valpolicella ripasso;

Amarone della Valpolicella;

Recioto della Valpolicella;

Tano IGT rosso Veronese;

Tisbe IGT rosso Veneto;

Ma durante la degustazione a Vinitaly la mia attenzione si è soffermata su Solitario IGT rosso Veneto, un vino che sostanzialmente è prodotto con il metodo e le uve che compongono l’Amarone, raccolta a mano, cernita, selezione, appassimento, e qui la differenza, il Solitario fa un mese in più di appassimento rispetto al cugino più blasonato.

Il Solitario nasce per errore come per errore a suo tempo è nato l’ Amarone, chissà che col tempo il successo sia lo stesso.

Un risultato finale al palato entusiasmante, più corposo in bocca di un’Amarone ma allo stesso tempo più armonico e piacevole.

Un vino che io immagino in degustazione in un momento di relax. Un vino da meditazione, per una serata tranquilla magari in compagnia della persona amata.

Abbinato ad un dolce non troppo dolce, penso a una torta foresta nera mono porzione, cioccolato fondente, cacao amaro, ciliegie per le quali è quasi arrivata la stagione ideale nelle nostri valli Venete.

Il primo del dì di festa

A Verona il pranzo della domenica é per tradizione il risotto, ma per me la domenica quella vera significa pasticcio, quello che in tutto il resto d’ Italia si chiama lasagna.

Quando ho qualche ora in più a disposizione preparo io anche la pasta, ma in questo caso ho voluto utilizzare la pasta paglia e fieno.

Il resto ragù e besciamella preparati interamente da me.

L’ abbinamento poteva non essere con il vino Veronese per eccellenza, il Valpolicella nello specifico Corte Canella

Il Valpolicella di Corte Canella è un vino giovane, immediato nei profumi racchiude tutti i sentori della terra da cui proviene.

Vino persistente al palato ma mai invadente e armonico, accompagna in modo eccellente un piatto semplice ma di struttura come la lasagna.

Dosi per 6 persone, pirofila cm 40×20 cm

Per il ragù

300 gr di carne macinata mista manzo vitello

passata pomodoro Mutti

1 cipolla

1 costa di sedano

1 carota

1 spicchio d’aglio

350 gr di pasta per lasagna all’uovo mista gialla e verde con spinaci

1,5 hg di prosciutto cotto a fette sottili

200 gr grana padano grattugiato

erba cipollina

Per la besciamella

30 gr burro

30 gr farina

1 lt latte intero

noce moscata

olio evo 

sale

pepe nero

Procedimento

Prepariamo il ragù, trita cipolla, sedano e carota sottile, fai soffriggere con olio evo e aggiungi lo spicchio d’aglio. Aggiungi la carne e fai rosolare, versa la passata di pomodoro circa 300 ml e fai cuocere a fuoco molto basso per 2 ore, aggiusta di sale e pepe. Se serve durante la cottura aggiungi un pò d’acqua, il ragù deve restare morbido.

Prepara la besciamella, meglio se la preparate voi senza acquistare quella pronta, è molto facile. In una casseruola fate sciogliere il burro, aggiungete poi la farina e mescolate, aggiungete il latte che deve essere a temperatura ambiente, unite un cucchiaino di noce moscata e fate cuocere circa 5 minuti fino a quando la besciamella sarà addessata, aggiustate di sale.

Per comodità acquisto le sfoglie di pasta secca bianche e agli spinaci già pronte, nella pirofila versa un mestolo di besciamella, inserischi la pasta iniziando con il colore verde e inizia a stratificare bianco e verde alternando ragù e besciamella oppe prosciutto cotto besciamella e grana.

Ultimate con besciamella, ragù, grana, pepe nero erba cipollina finemente tritata. Infornate a 180° per 50 minuti.