Il 2020 sarà sicuramente ricordato come l’anno della pandemia da Covid 19. In questi mesi funesti l’unica manifestazione enogastronomica regolarmente in programma è Hostaria Verona.
Un week end, quello del 10 e 11 ottobre, all’aperto nel centro di Verona. Tra leggerezza, buon vino, ottimo cibo.
Cultura: viene infatti istituito quest’anno il premio “Paiazo” (pagliaccio in Italiano) dedicato all’attore regista Roberto Puliero scomparso nel 2019. Il premio viene conferito a Marino Bartoletti giornalista sportivo.
Hostaria Verona guarda anche al mondo femminile che vede la partecipazione alla manifestazione scaligera del Charity Project cooperativa che aiuta le donne vittime di violenza.
In questa edizione viene presentata la pastaCarpanea, prodotta dalla cooperativa, un’inno al nutrirsi bene, sano con prodotti do qualità, il tutto dando opportunità lavorative alle donne.
La manifestazione
Più di 100 cantine dislocate in Piazza Bra, Piazza dei Signori e Mercato Vecchio.
Oltre 200 vini in degustazione, e la presentazione della guida 2021 Top 100 a cura del gruppo editoriale Athesis, con la premiazione delle cantine che si sono contraddistinte con i loro prodotti.
Un’edizione in sicurezza; previste aree degustazione in cui è possibile togliere la mascherina, ingressi contingentati e igienizzante a disposizione in tutti gli stand.
Food sempre in primo piano a Hostaria Verona, sono infatti presenti nelle varie piazze stand dedicati alle locali produzioni.
Come il Monte Veronese che oltre a far assaggiare i prodotti organizza interessanti laboratori di approfondimento dell’arte casearia.
In piazza dei Signori è presente Caorle Tourism con le eccellenze del mare. Seppie con polenta, canestrelli e cappelunghe alla griglia.
Ogni stand fa capire il grande lavoro che c’è dietro a una manifestazione del genere, collaborazioni e sodalizi tra enti e diverse realtà, un lavoro continuo e per nulla semplice.
Forte la collaborazione anche con i ristoranti del centro, nasce infatti nel 2020 il biglietto Soave Hostaria, in collaborazione con Consorzio del Soave, prevede oltre ai tochen per le degustazioni anche un voucher per assaporare in 15 ristorante i piatti tipici Veronesi.
Ti consiglio Cantina Gozzi
Diversi assaggi come sempre, ma della manifestazione 2020 mi è rimasta impressa Cantina Gozzi di Monzambano, da loro ho assaggiato il loro cavallo di battaglia Spumante Metodo Classico Brut.
Uve60% Pinot Nero 40% Chardonnay, raccolte a mano, 60 mesi minimo sui lieviti per un vino corposo, dalla bollicina sottile ma molto presente, persistente al palato.
Oggi voglio raccontarti, si hai capito bene raccontarti la bellissima uscita in barca sul Lago di Garda a cui ho partecipato qualche giorno fa.
Una degustazione di due vini Riesling della Cantina Roeno, in abbinamento crudità di mare della Perscheria Tognotti di Rovereto, una bellissima domenica pomeriggio di settembre, il sole, il lago calmo e tranquillo, splendido ci attende il Veliero San Nicolò.
Il programma è semplice, nella sua semplicità perfetto, partenza ore 16.00 dal porto di Bardolino, navigazione in direzione Isola del Garda, rientro vista Punta San Virgilio e rientro in porto al tramonto.
Che ne dici partiamo?
Cantina Roeno
Sorge nella Terradeiforti tra il Fiume Adige e il Monte Baldo, una storia quella della famiglia Fugatti fatta di generazioni che si susseguono in cantina, tra studio e innovazione, sperimentare e osare la loro filosofia, tra le altre cose ti invito a visionare il loro nuovo sito, curato e dinamico.
Oggi durante la navigazione Cristina propone come primo assaggio Riesling Renano Praecipuus, il nome è un’omaggio al risultato ottenuto, ovviamente eccellente, uve 100% Riesling Renato, raccolta a mano in cassetta selezionata direttamente in vigna.
Al naso si riconoscono subito le note fruttate del Riesling, come la pesca, un vino bilanciato per mineralità e acidità, un vino senza dubbio elegante. Dal colore giallo paglierino, indubbiamente la brezza che accarezza il viso mentre la barca naviga e gli scampi crudi con la tartare di salmone e mango esaltano sicuramente il vino.
Dopo la prima degustazione ecco bella, incastonata nelle acque del lago l’Isola del Garda, di proprietà della famiglia Cavazza, organizza in questo luogo magico visite ed eventi esclusivi, con lo scopo di far conoscere e raccontare questo angolo di mondo incantato.
Spicca la villa in stile neogotico Veneziano progettata dall’architetto Luigi Rovelli ai primi del 900, fanno da contorno una serie di stupendi giardini all’Italiana.
Pronta ad assaggiare il secondo vino in programma per oggi Riesling Renano Collezione di Famiglia 3500 bottiglie prodotte in media, vino che nasce dalla passione della cantina per l’eccellenza, un vino messo a punto durante tante vendemmie tutte climaticalmente diverse.
Affinamento per 18 mesi in botti di legno grandi e per 36 mesi in bottiglia, rispetto al precedente ancora più persistente il sentore fruttato, pesca e sentore di idrocarburi, più minerale e intenso al palato.
Abbinamento fantastico col gambero rosso di Sicilia, dolce e sapido allo spesso tempo, le ostriche dal gusto salino e dallo spiccato sentore marino.
Pesce lavorato e condito benissimo, lasciato quasi al naturale, scampi e gamberi puliti con maestria e preparati per essere consumati in modo agevole mentre si naviga.
Veliero San Nicolò
Una sensazione unica la navigazione su questo veliero in legno, tante sfumature di colore dato dal materiale rendono l’atmosfera ancor più rilassante, il personale e il capitano in primis cordiale e gentile, ci sarà un motivo se è in attività dal 1925.
Il rientro in porto al tramonto, un’atmosfera rilassante e rilassata, magari è merito del vino non lo nego, ma secondo me buona parte è dovuta allo scenario, vedere il lago dalle sue acque, senza traffico, senza flotte di gente da schivare sul lungo lago è un’esperienza unica che ti consiglio.
Prendi un sabato sera di fine estate, 6 amici seduti allo stesso tavolo, ingredienti di stagione, genuini, per molti versi cm 0.
L’idea per questa piacevole serata parte da Beatrice, ormai un’ amicizia consolidata, tante cene, tante feste. Il fatto che sui rami delle piante della Pila Vecia i fichi siano ormai maturi è la scintilla per questo insolito menù.
Come sempre Gabriele Ferron il padrone di casa ci accoglie in quello che è la Pila in versione estiva, la Baracchina, incantevole costruzione in legno perfettamente integrata nel paesaggio naturale che caratterizza questo luogo.
Lo stagno con gli storioni, la fattoria didattica, la Pila dove ancora oggi si lavora il riso, un luogo di pace e serenità, per certi versi un piccolo mondo. Penso anche al menù di stasera, il riso arriva da qui, così come i fichi, l’uva, il coniglio, le confetture.
In ogni caso anche gli ingredienti non prodotti all’interno della Pila, come ad esempio i formaggi, provengono da caseifici del Veronese che abitualmente lavorano col ristorante.
Ora però vi vorrei parlare del menù e di come i frutti di fine estate ne siano stati motore e parte integrante, alla fine la ricetta delle mie crepes con farina di riso e fichi caramellati.
Il menù
Per iniziare un antipasto fresco come la cheesecake salata con confettura di fichi e riduzione di Valpolicella Superiore, confettura di fichi biologici raccolti dalle piante del giardino, una base di taralli sbriciolati, la leggerezza della ricotta.
Un tagliere di salumi home made come la Stortina Veronese classica e d’asino, il culatello… Un calice di Custoza DOC per un brindisi a questa estate simbolo di ripartenza dopo mesi di stop.
Per il primo piatto Gabriele ci delizia con uno dei suoi fantastici risotti, non potrebbe essere altrimenti visto che la sua è una vita nata nel riso, legata al riso, per il riso. Un Carnaroli Riseria Ferron con fichi caramellati in cartoccio di crudo, il giusto equilibrio tra dolce e salato, una gioia per il palato.
Per il primo piatto un Soave Classico, terreno vulcanico per un vino mirerale e corposo.
Come detto prima la Pila Vecia alleva anche gli animali che poi consuma, quale maggiore garanzia? Pranzare, cenare in un luogo che dedica così tanto tempo e amore a tutta la filiera che porta un ingrediente in tavola. Quale maggiore garanzia?
Per il secondo strepitoso coniglio insaporito con uva Isabella caramellata, molto dolce e aromatica, aiuta a camuffare il sentore leggermente selvatico che a volte questa carne bianca ha.
Qui il calice in abbinamento è un Valpolicella Superiore, vini del territorio in abbinamento.
A Verona si dice che la “bocca non le staca se non la sa da vaca”, in pratica se non si mangia un pezzo di formaggio, quindi una selezione di formaggi, Monte Veronese, formaggio affinato in Amarone ecc… il tutto abbinato a confettura di fichi e prugne bio preparate da Beatrice, e ottimo miele di tiglio ed acacia, si perché alla Pila ci sono anche le arnie.
Il dolce
Ho pensato che il modo migliore per terminare questa cena fosse un dolce dal sapore neutro che potesse esaltare i fichi caramellati, restando comunque fedele al re di questo menù il riso, per questo piatto in accostamento i fichi neri, dolci come caramelle.
Ingredienti per 10 crepes del diametro di 10 cm:
100 gr farina di riso Riseria Ferron
1 uovo
100 gr latte intero
Burro
Sale fino
250 gr ricotta fresca
150 gr panna da montare
100 gr zucchero
Fichi caramellati di Beatrice
Fichi neri
Noci sgusciate
Procedimento:
Per prima cosa prepariamo le crepes, con una frusta monta uova e latte, pizzico di sale e aggiungi farina di riso poco per volta, mescola con la frusta per non formare grumi. Fai riposare per 30 minuti in frigo.
Scalda la padella per le crepes o comunque una padella antiaderente, ungi con burro, versa un piccolo mestolo di composto e cerca di formare un cerchio del diametro di circa 10 cm, cuoci un paio di minuti per lato.
Ripeti l’operazione fino a terminare tutto il composto.
In una ciotola inizia a montare la panna (mi raccomando ben fredda) aggiungi lo zucchero e continua a montare.
In un’altra ciotola setaccia la ricotta, aggiungi la panna montata e mescola con delicatezza, farcisci la crepes con la crema, i fichi caramellati e i fichi freschi, infine noci tritate al coltello.
“Gli amici si meritano. E bisogna meritarli sempre, senza interruzione, correndo ogni giorno il rischio di contraddirli e di perderli” (George Bernanos)
Come sempre è stato un piacere partecipare al Merano Wine Festival giunto alla 28° edizione, che dire la cornice è sempre incantevole, il centro di Merano per 5 giorni ospita addetti ai lavori e appassionati del settore Wine.
Oltre alla degustazione di vini eccellenti, Italiani ma anche provenienti da molte parti del mondo, solo per citarne alcune Francia, Spagna, Sud Africa, Georgia, Germania, offre una sempre innovativa area food, dove si possono scoprire birre e distillati particolari, prodotti di alta pasticceria, oltre a salumi e formaggi dop, e passate di pomodoro 100% Italiano.
Per la visita a Merano ho voluto concentrare la mia attenzione e perché no farmi coccolare dai grandi rossi Francesi. Se vogliamo questo è anche il bello del Merano Wine festival, unica location ma con la possibilità di viaggiare nel mondo vitivinicolo internazionale.
In particolare vi parlo di due grandi rossi Borgogna e Bordeaux, senza fare paragoni, solo descrivendo somiglianze e differenze.
La deduzione logica è che i vini della Borgogna al palato avranno note speziate, di ciliegia, o comunque di frutti rossi freschi, mentre il Bordeaux avrà sentori di frutta rossa più avvolgente e completa come le more e i ribes, per entrambi tannini presenti e una certezza la durata nel tempo, entrambi i vini di cui vi parlo oggi vorrei assaggiarli trà un 15 anni.
Atra curiosità e differenza tra le due zone produttive Francesi, in Borgogna i riconoscimenti ad esempio le denominazione, Grand Cru, Premier Cru, Village si assegnano al vigneto con cui è stato prodotto il vino, mentre per i Bordeaux i riconoscimenti vengono assegnati alla cantina.
Alla Borgogna dobbiamo anche la creazione delle fermentazione malolattica, creata nella regione Francese, conosciuta e praticata oggi in tutto il mondo.
100% Pinot nero, cresce su terreno argilloso calcareo di colore ocra e brunito. Dopo la raccolta manuale macerazione per 12 giorni, fermentazione in tini a temperatura controllata. Pressatura delicata.
Invecchiamento in botti di rovere francese per 1/3 nuove, colore rosso scuro che richiama immediatamente il frutto scuro. Sentori di ciliegia e spezie come Cannella e pepe nero, sul finale una punta di torrefazione.
Al palato intenso, persistente e tannico, ma armonioso e rotondo.
Bordeaux
Mi ha affascinato il bordeaux Château Gazin Pomerol, tre annate in degustazione 2017, 2014, 2012, inutile dire dell’enorme diversità tra le annate, ma comunque tutte da assaggiare tranquillamente tra un 15 anni, un vino infatti adatto all’invecchiamento.
Composto da Merlot per il 90 % e da Cabernet Franc, vi descrivo l’annata 2012, la presenza predominante del Merlot da persistenza aromatica e forza con i suoi tannini persistenti. Vino dal colore porpora granato, aromi decisi e netti di frutti rossi a bacca scura, persistente ma non eccessivo sicuramente adatto a piatti elaborati, cacciagione.
Novembre si apre con un evento dedicato al cibo gourmet, infatti nei giorni 1, 2 e 3 novembre a Riva del Garda va in scena Garda con Gusto, 2000 mt quadrati dedicati al cibo ( e non solo) buono, bello e di qualità, all’ interno del Pala Vela in centro alla località Trentina situata sulle sponde del Lago di Garda.
La manifestazione è suddivisa in salotti del gusto, spazi enogastronomici dove degustare prodotti Trentini in abbinamento a vini del territorio, tutti gli antipasti sono abbinati a Ferrari Maximun Blanc de Blancs novità della cantina Trentina 36 mesi in bottiglia per un vino di struttura, ma comunque fresco, adatto a vari abbinamenti.
Chi mi conosce bene sa della mia passione per il pesce di lago, credo che sia sempre sottovalutato rispetto al pesce di mare, anche se non ho mai capito bene il motivo. Del Salotto di pesce di lago ho assaggiato antipasto e primo piatto.
Antipasto Tacos Trentini alla farina gialla di Storo con tartare di trota, spuma di salmerino di fiume e le sue uova. Sapore bilanciato il vino in abbinamento sgrassa alla perfezione il palato.
Primo conchiglioni di Matt Felicetti ripieni di ricotta di Flavé e trota affumicata su caciucco di lago, piatto assolutamente bilanciato per salinità ed acidità, le note aromatiche dello Chardonnay Trentino Doc 2018 bio Cantina Toblino esaltano il piatto.
Secondo La sarda di lago croccante con purea di broccolo di Torbe Presidio Slow Food e perle di olio Evo Maso Bòtes, in abbinamento Nosiola Vigneti delle Dolomiti IGT 2014, Cantina Toblino.
La proposta dolce BIANCO cake al limone, gelè, alle fragole e aceto balsamico trentino, mousse al pompelmo. Olio in abbinamento Maso Bòtes, grappa in abbinamento Solera Di Solero Segnana.
Secondo piatto Cubo di Carne Salada Brasata al Pinot Nero Maso Elesi con polenta di farina gialla Molino Pellegrini, abbinato a Maso Elisi Biologico, Pinot Nero Trentino Superiore Biologico Cantina Agravia Riva del Garda.
Il menù termina con la proposta dolce della Chef Loretta Fanella cake di zucca, crema al limone e mousse di arancia. Inoltre ogni menù è abbinato a Olio eco e Grappa, in questo caso olio Agravia Riva del Garda, grappa Diciotto Lune Marzadro.
Antipasto la Carne Salada incontra l’oriente, assaggio di maki e nigiri a base di carne salada con veli di sedano rapa agrodolci.
Primo piatto ravioli vino e caprino, ravioli al ripieno di carne salada e radicchio spadellato al vino Teroldego su crema di caprino fresco abbinato a Vigneti delle Dolomiti Franconia IGT Destrani Pravis
Secondo “cis” burgher panino al sesamo farcito con hamburgher di carne salada, funghi cardoncelli, maionese all’ avogado e verdure di stagione. In abbinamrnto Morèr Vigneti delle Dolomiti Rebo IGT Cantina Comai.
Proposta dolce biscotto al cioccolato, gelè di susine di Dro DOP e aceto balsamico trentino Cru. Olio in abbinamento Prèera di Tenuta Maso Bòtes.
Antipasto Carne Salada in carpione, broccolo di Torbe presidio Slow Food e noci, ho assaggiato questo piatto, la Carne Salada è resa particolare dal sapore agro dolce del carpione, il broccolo e le noci bilanciano il tutto.
Primo fantasia di pasta e patate della Val di Gresta con mozzarelline e yogurt, polvere di cipolla bruciata. Abbinamento Teroldego Rotaliano Riserva DOC 2016 Cantina Mezzacorona
Secondo salsiccia di carne salada in crosta di sfoglia e polenta, zucca arrostita e puntarelle. Abbinamento Teroldego Rotaliano Riserva DOC 2016 Cantina Mezzacorona
Il dolce GIALLO biscotto al mais, gelè al miele e zucca candita, mousse alla nocciola.
Olio in abbinamento monocultivar Casaliva L7 di Azienda Agricola Langhel 7, grappa in abbinamento Bertagnoli grappa trentina Teroldego.
Antipasto sfera di carne salada su gazpacho tiepido.
Primo pasta e fagioli La Casina, in abbinamento Castel Firmian Nerofino 2016 Cantina Mezzacorona.
Secondo steack di carne salada con crema mantecata al broccolo di Torbe presidio Slow Food, in abbinamento Castel Firmian Pinot Grigio 2018 Cantina Mezzacorona.
Il dessert MARRONE cake ai marroni di Drena, mousse al cioccolato, mousse all’arancio e caramello salato. Olio in abbinamento Madonna delle Vittorie, Grappa in abbinamento Pezzi Grappa trentina di Traminer.
Salotto Green
Azienda Agricola del Garda Trentino e Ristorante Officina Verde di Riva del Garda
Antipasto focaccia di grano Trentino del Molino Pellegrini con mousse di zucca e tartufo del Monte Baldo.
Primo Spaghetti Monograno Felicetti mantecati con molche dell’ Agraria di Riva del Garda e porro croccante della Val di Gresta, Kerner 2018 IGT Torboli Vini o Merlot Rosato 2018 IG, Torbole Vini.
Trentino di malga e formaggi di alpeggio
Non poteva mancare la proposta cheese, con i sapori dei formaggi Trentini di Alpeggio, con degustazione abbinata a confetture, a master class e degustazioni guidate.
Caffetteria e colazione all’ Italiana
Esiste uno spazio dedicato al caffè, alla colazione all’ Italiana e all’aperitivo, tutti momenti molto importanti delle giornata, per iniziare bene e finire bene.
L’ aroma del caffè di qualità inebria l’aria e le dolcezze del Panificio Moderno accompagnano in modo egreggio la bevanda più amata, torte, brioches e panettoni artigianali, come quello al caffè ottenuto lasciando in infusione i chicci si caffè nella panna, una vera delizia.
Ogni giorno durante la manifestazione dalle 11.30 alla 14.30 e dalle 17.00 alle 23.00 vi aspetta un Aperitivo di Gusto, una cocktail list vi aspetta per farvi rilassare, si perché aperitivo significa soprattutto relax e leggerezza.
Sempre un piacere partecipare agli eventi organizzati da Marco Gatti e Paolo Massobrio, studiati nei minimi dettagli e sempre pieni di spunti interessanti.
Lo dice il titolo stesso, il cibo che ci cambia, la riflessione parte spontanea siamo quello che mangiamo quindi se ci trattiamo bene stiamo bene. Nutrirci con prodotti sani, controllati non può farci altro che bene.
Golosaria da questo punto di vista è senza ombra di dubbio uno spunto interessante per capire quello che di buono e bello ha da offrire il territorio Italiano, a Milano si sono dati appuntamento oltre 400 tra espositori food e wine, truck con proposta street food.
Molti gli appuntamenti, conferenze, show cooking, wine tasting durante i tre giorni di manifestazione, nell’ arena Agorà si è parlato del cibo che ci cambia, di ristoranti e di ingredienti, Area show cooking si è parlato di spezie, di salumi, di come la cucina ci cambia la vita e di sottovuoto, quindi tecnica e pratica, di formaggi, di carni, di pasta, di mare e di molluschi.
Possibile partecipare anche a show cooking allo stand Petra, per approfondire un tema sempre di grande attualità come le farine, pane, pizza e ovviamente i dolci.
Chi mi ha impressionato
Interessante e ampia la proposta food, personalmente ho conosciuto alcune realtà che mi interessano molto, ovviamente in fiera ho potuto assaporare i loro prodotti e toccare con mano la qualità. l’azienda Siciliana Orange Moon con i suoi spettacolari macaron con farina di mandorle siciliane e ganache al finger lime.
Fantastico Aglio Nero di Voghera, aglio fermentato, lavorazione che lo rende digeribile e un potente anti ossidante, non facile da trovare. Carine le confezioni vendute, in teste o spicchi già sbucciati, addirittura crema spalmabile, rientra tra i superfood che non devono mancare mai nelle nostre cucine.
Pasticceria Quagliotti Fornovo Faro tra le proposte un cioccolatino fondente ripieno con alchechengi, semplicemente divino, croccante e dolce al punto giusto.
Interessante la proposta Fermè, porta in fiera i suoi fermentini, interessanti prodotti fermentati creati con anacardi, acqua e sale, differenziati con diverse erbe e spezie, alternativa molto interessante per un aperitivo diverso.
Wine tasting
Ho partecipato sabato alla prima degustazione in programma a Golosaria 2019, le sfumature del Moscato d’Asti.
Sei cantine, sei diversi profumi, sapori, sentori e colori, cantine della zona di Stevi, Canelli e Cuneo, pensate che il Moscato d’Asti nel 2018 ha messo sul mercato 33 milioni di bottiglie segnando un nuovo record per questo prodotto.
Durante la degustazione guidata da Marco Gatti e i ragazzi di Vinbacco ho avuto la possibilità di assaggiare 6 cru, delle cantine Vera, tre secoli, Canelli, Tenuta Falchetto, cantina Marenco e Stelvi.
Devo dire che al temine di questa degustazione ho dovuto un po’ ricredermi, ho assaggiato infatti del Moscato d’Asti adatto a tutti i momenti, aperitivo, pasto, dessert e perché no anche meditazione.
Termina oggi la quinta edizione di Hostaria Verona, festival del vino che oramai si è ricavata una posizione importante nel carnet di eventi dell’autunno Veronese.
80 cantine e circa 300 vini in un’edizione che oltre al buon vino intrattiene il pubblico con concerti in piazza Mercato Vecchio, laboratori in Piazza dei Signori con il consorzio Monte Veronese, e vari punti food dislocati lungo il percorso.
Percorso che da via Roma si allunga fino ai giardini dell’ Arsenale, per poi passare da Portoni Borsari, Piazza delle Erbe e via fino a Piazza dei Signori e Piazza Mercato Vecchio.
Con mio grande piacere, visto che la mia passione oltre a quella del vino è la cucina, ho notato una maggiore presenza in questa edizione del comparto food, ampliando così la scelta per i visitatori.
Di grande impatto devo dire la struttura/griglia della Macelleria Carlo Alberto, una struttura in ferro in cui gli alimenti vengono appesi e cotti in verticale, ovviamente con il posizionamento si regola il grado di temperatura, prodotto ottimo un galletto ruspante spettacolare.
Dicevamo proposta food molto ampia, dal risotto all’ Isolana Melotti, tipico risotti della tradizione Veronese, riso vialone nano, carne di maiale e vitello e un pizzico di cannella, vari street food dagli hamburgher agli arrosticini
Il consorzio del Monte Veronese con i suoi coni di formaggi, degustazioni guidate e laboratori per imparare a lato pratico come nasce un formaggio, per poi passare a pasticceria e panettoni artigianali. In tutto questo non poteva mancare l’olio d’oliva, presente sul ponte di Castel Vecchio con 4 postazioni tra assaggi e degustazioni sensoriali
Non dimentichiamo il protagonista della manifestazione, il vino.
Le proposte wine del territorio Veronese sono circa 150, suddivise nei prodotti che fanno conoscere e apprezzare questo territorio nel mondo, Soave, Lugana, Valpolicella, Bardolino, Custoza, Durello, Terra dei Forti, ai giardini dell’Arsenale sono invece presenti le cantine provenienti dal resto d’Italia.
Mi sento di parlarvi in particolare di due dei molti vini assaggiati oggi:
Un colore rosso granato spettacolare, molto persistente in bocca ma con tannini molto delicati e quasi impercettibili, al naso ciliegia e liquirizia ne fanno un vino adatto per una cena di quelle tranquille, senza fretta, dove assaporare in pieno vino e cibo
Giallo paglierino a tratti dorato, in bocca sentore erbaceo ma anche note di floreali ma soprattutto agrumi, una buona acidità bilancia questo vino al palato, molto equilibrato e persistente in bocca, lo immagino servito ad un aperitivo magari con qualche crostaceo crudo.
Venerdì 27 settembre ho avuto il piacere di far parte delle commissioni che hanno assaggiato e valutato i 232 vini provenienti da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.
Come si capisce dal titolo la rassegna è dedicata ai vini frizzanti, spumanti, metodo Charmat e metodo Classico, 21° sparkling wine festival 2019 grande successo anche in questa edizione che vede coinvolti più di 100 produttori, un mercato quello dei vini sparkling sempre in grande crescita, che sta vivendo negli ultimi anni una grande riscoperta e valorizzazione della bollicina.
I vini che al giudizio hanno ottenuto un punteggio che va da 83 a 100 punti saranno premiati domani domenica 6 ottobre nella splendida location di Villa Venier a Sommacampagna, dalle 19.00 alle 21.30 sarà possibile degustare i vini premiati.
Le commissioni composte da maestri assaggiati, esperti del settore, tecnici e assaggiatori Onav hanno avuto il compito di valutare ogni singolo vino in base ai criteri generalmente utilizzati per la degustazione.
Vista, olfatto, gusto mediante punteggio e descrizione dei sentori, marcatori, del perlage. Ovviamente degustazione alla cieca, per non influenzare il giudizio in base magari alla cantina di provenienza, alle commissioni solo le informazioni di base del vino.
Per me la prima commissione di assaggio, tanta agitazione lo devo ammettere, ma alla fine un’esperienza appagante e costruttiva, di grande confronto e crescita personale.
In pieno svolgimento l’ edizione numero 19 di Soave Versus, forte di un 2019 si preannuncia un’ ottima annata, anche se un maggio più freddo e piovoso del solito associato a una grandinata che ha compromesso il 22% della produzione.
Manifestazione che si svolge in una delle location più belle di Verona, il palazzo della Gran Guardia.
Evento che ad ogni edizione é sempre più ricca di iniziative ed appuntamenti, apertura ufficiale delle degustazioni sabato 31 agosto alle ore 18.00.
Gli appuntamenti organizzati per questa edizione dal Consorzio Tutela dei Vino Soave e la Stada del vino Soave sono iniziati già venerdì 30, aperitivo lounge bar Wonder in Wonderland e degustazioni nel loggiato soprattutto rivolte ad un pubblico giovane per insegnare il bere consapevole.
Il Soave da Paesaggio a Patrimonio
Sabato si prosegue alle 17.00 con la conferenza il Soave da Paesaggio a Patrimonio che ha come tema l’ eno turismo, tema sempre di grande attualità, di cui il Veneto fa parte in grande stile sia per la proposta turistica ma soprattutto quella vinicola.
Ad animare la conferenza personaggi del calibro di Federico Quaranta, e varie figure di spicco nel mondo del turismo eno gastronomico.
Domenica che segna anche l’ inizio di settembre è invece dedicata al connubio food e wine, tema che mi stà a cuore, in particolare ai profumi non solo del vino, ai piaceri della carne e a un ragionamento Soave e seduzione.
Soave seduzione
Ho avuto il piacere do partecipare al talk show condotto da Francesca Negri suddiviso in più parti, tema conduttore il Soave.
Soavi fragranze, un’ interessante esperienza olfattiva condotta da Francesco Gini, che ci ha portato alla scoperta delle fragranze che compongono due delle sue fragranze, ispirate al Soave Classico e al Recioto, fragranze floreali erbacee per il primo, dolci e aromatiche per il secondo.
I piaceri della carne, sempre degustando ottimo vino tra queste cru Menini, Sengialta, Costeggiola, Castelcerino, Tenda, Pigno, si è parlato di corteggiamento di seduzione e di come il connubio tra cibo e vino anche in questo senso sia importante. Attraverso la tartare e il roastbeef di manzo di Massimo Santacá è sempre più chiaro il fatto che la materia prima è la cosa fondamentale.
Enrico Croatti eclettico chef primo Italiano stella Michelin in Spagna, esperienze in varie parti del mondo ma in particolare a Los Angeles hanno contaminato nella nota creativa la cucina Italiana, assolutamente esaltandola. Se volete sapere cosa co ha fatto gustare guardate I miei post social martedì 3 settembre.
Food & wine
Mai come quest’ anno si vuole mettere in primo piano una delle eccellenze venete per il vino, il Soave, ma anche alcune perle in tema cibo.
Si vuole anche creare sempre più sinergia con I ristoratori Veronesi che in questi giorni proporranno in particolare abbinamenti con il vino Soave.
Alcuni dei ristoranti che partecipano: Osteria ai Osei, Trattoria tre Marchetti, Bottega Vini, Trattoria all’ Isolo.
Ma anche free tasting da Signorvino nello store di Corso Porta Nuova, dove sarà dedicata un’ area degustazione.
Però la fa da padrone il vino, come detto in precedenza più di 40 cantine propongono o loro vini.
Tutti rappresentanti eccellenti della realtà Soave che sempre più si sta affermando non solo in Italia ma nel mondo.
Personalmente è il vino che mi ha fatto avvicinare a questo mondo, in senso molto positivo lo definisco un vino semplice, ripeto assolutamente in modo positivo.
Semplice da capire, semplice da interpretare, nei sapori nei profumi e nelle sensazioni.
I miei preferiti
Come sempre quando mi reco a questo tipo di manifestazioni alla fine tiro le somme, non ho la presunzione di dire cosa è meglio, semplicemente il mio parere.
Canoso 1876
Una piacevole sorpresa, Cantina Canoso 1876, ho assaggiato I loro prodotti per la prima volta al Versus.
Per molti anni produttori per cantine di spicco del panorama Soave, recentemente hanno deciso di produrre con il loro nome il liro prodotto.
Mi è piaciuto molto Soave Superiore DOCG Classico, 80% Garganega, 10% Trebbiano di Soave, 10% Manzoni Bianco, la zona vulcanica conferisce al vino mineralitá, ma non subendo invecchiamento in legno resta fresco equilibrato per aciditá e morbidezza, sicuramente un vino che può essere affinato in bottiglia per scoprire nel corso del tempo l’ evoluzione.
L’ abbinamento perfetto per me con un crudo di pesce ma dalle marinature importante, pepe e agrumi a farla da padrone.
Corte Moschina
A differenza della precedente i vini di Corte Moschina gia li conoscevo, ho voluto provare l’ unico che mancava all’ appello.
Soave Superiore DOCG I Tarai, il nome deriva dal tipo di coltivazione delle vigne in piccole terrazze, qui il legno c’é e si sente, ma serve, lo rende persistente e corposo adatto in abbinamento a una carne di coniglio o quaglia.
A luglio sbirciando il blog mi sono resa conto di non aver mai parlato di Lessinia e dei suoi prodotti.
Succede sempre così, si gira per il mondo e si finisce col trascurare quello che di bello c’è a un’ora da casa.
Ho pensato di chiedere “aiuto” a una persona conosciuta personalmente a giugno, ma che seguivo sui social da qualche tempo.
Un professionista innamorato e appassionato di Lessinia il fotografo Marco Malvezzi
Ho contattato Marco dicendo semplicemente che non mi sarebbe piaciuto visitare il solito posto turistico. Mai come quest’ anno sento il bisogno di cose belle e di realtà vere.
Abbiamo parlato un po’ di vari luoghi, poi mi ha raccontato di Malga Camporetratto e li gli ho risposto MI HAI CAPITA!
Così ci diamo appuntamento per I primi di agosto quando finalmente avranno inizio le tante attese ferie.
Decidiamo per un martedì, giorno meno preso d’ assalto dal turismo mordi e fuggi.
Così tra chiacchere ed aneddoti raggiungiamo la Malga, distante da Erbezzo quel tanto che basta per ritrovarsi quasi soli a guardare il paesaggio.
Ci accoglie l’ aria frizzante dei pascoli, le mucche regine incontrastate dei pascoli e le belle costruzioni che compongono Malga Camporetratto.
La casara del 1802 dove ogni mattina viene prodotto il formaggi tipo monte e la caciotta fresca, dimenticavo che col siero estratto dalla produzione dei formaggi fanno anche la ricotta!
La bellissima stalla della prima metà dell’ ottocento con delle volte semplicemente incantevoli.
Incontriamo Ettore che dal 1950 è di fatto il malgaro, colui che produce il formaggio, nonostante I suoi 84 anni tutte le estati è qui in malga.
Lontano da disciplinari e schemi troppo rigidi, con il sapere di chi fa lo stesso gesto da sempre, Ettore a primo impatto timido, riservato, ma in realtà una persona che ha ranto da dire.
Intendiamoci, non a tutti, solo a chi ha voglia di stare a sentire.
Poi Renato e Sara, l’ animo giovane di questa realta.
Renato ci fa visitare la casara, illustra come avviene la produzione e la stagionatura del formaggio.
Tipo Monte
In genere del formaggio tipo Monte ne viene prodotta una forma al giorno, unendo il latte scremato della mungitura della sera con il latte munto al mattino.
Si porta il tutto a 35°, si aggiunge il caglio vaccino e dopo circa mezzora la cagliata è pronta per essere rotta, poi si procede a mettere in forma.
Il formaggio ora può essere messo a stagionare, anche se avrà bisogno di cure continue. Pensate che per ottenere una forma di circa 7 kg occorre circa un quintale di latte.
La produzione in una stagione è di circa 100 forme.
La caciotta fresca
Per la caciotta fresca il procedimento è pressoché lo stesso, il latte unito delle due mungiture viene portato a 30°.
La rottura della cagliata in questo caso è grossolana, questo perché la caciotta va consumata fresca.
Si consuma generalmente dopo 15 giorni un mese.
Sara, con lei il feeling è stato immediato, parlare di km 0 di stagionalità e di progetti futuri e di Lessinia con lei è naturale.
Progetti futuri per la malga ma che non si possono ancora dire!
Che dire ci racconta del formaggio, dei prodotti, dei salumi che oltre ad essere parte del menù proposto in malga sono anche venduti nei vari mercatini a cui partecipa.
Di come anche lei si arrabbi quando sente parlare di fragole a dicembre, se avrete la voglia di andarli a trovare potrete anche voi capire quello che io pensavo da un po’.
Questi luoghi non hanno bisogno del turismo di massa, di aperitivi alla moda o che so io, qui c’è bisogno di gente consapevole che sale in questo luoghi chiedendo permesso.
Perché se decidete di arrivare a Malga Camporetratto che sia a piedi, in auto o in bici tutto quello che vi serve è la pace, una bella camminata e gustare gli gnocchi di malga di Sara, I salumi, formaggi, confetture e giardiniera, senza scordare un buon bicchiere di vino.
Ringrazio Marco Malvezzi per le foto.
I miei gnocchi di patate rosse di Valdiporro e caciotta fresca
Secondo voi circondata da tanta bontà potevo non pensare a una ricetta?
Tornata a casa a Valdiporro dove passiamo le vacanze ho avuto l’ idea, uno dei prodotti tipici di questo paese è la patata in particolare quella rossa, qui trova un terreno nutriente, duro, che le conferisce mineralità e una consistenza croccante.
Erba spontanea che si trova nei mesi estivi in queste zone I carletti, di cui si consumano solo le foglie, dalla consistenza polposa e dalle propritá diuretiche e drenanti.
Non poteva mancare il formaggio, la caciotta fresca che abbiamo gustato a Malga Camporetratto, con il suo gusto di latte fresco dai sentori erbacei, risultato dell’ alimentazione naturale di queste mucche.
Ingredienti per 4 persone:
500 gr di patate
200 gr di caciotta fresca
100 gr di foglie di carletti
50 ml di latte intero
150 gr di farina 0
2 foglie di salvia
1 uovo
sale
pepe nero
olio evo
Procedimento:
Bollire le patate in acqua salata fino a quando saranno morbide, sbucciarle e schiacciarle con una forchetta, lasciare intiepidire.
Su una spianatoia inizia a impastare la purea di patate, farina e uovo, ottenuto un panetto compatto dividete in circa 10 parti.
Con le mani formare dei cilindri, quindi con un coltello tagliare gli gnocchi, circa 1,5 cm.
Schiaccia ogni gnocco su di una forchetta capovolta, si formeranno delle righe che tratterranno la fonduta.
Fai scaldare un filo di olio evo in padella, versa I carletti con le die foglie di salvia tritate, cuoci 5 minuti.
Taglia la caciotta a pezzetti e fai sciogliere in un pentolino a fuoco basso con il latte, aggiusta di sale.
Fai cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata giusto il tempo che salgano a galla.
Scola, condisci con la fonduta, I carletti e pepe nero.