Questa ricetta è il risultato di una chiaccherata con un caro amico chef, il quale usando semplici parole mi ha aperto un mondo, perché gli gnocchi non sono solo di patate. Per farli, possono essere utilizzati tutti i legumi o verdure ad esempio zucca e zucchina.
Il vino da abbinare a questo piatto è prodotto in Liguria: Vermentino Aimone 2015 della Cantina Bio Vio di Albenga (Sv). Vino bianco leggero e fresco.
Ingredienti per 4persone:
300 gr di ceci cotti
60 gr di farina
20 scampi
250 gr di asparagi verdi
Uno spicchio d’aglio
2 gr zafferano in pistilli
Olio evo
Sale rosa
Pepe nero
Sale grosso
Procedimento:
Nel mixer tritate i ceci, togliere i ceci tritati dal mixer e impastare bene aggiungendo la farina. Creare piccoli “serpenti” con l’impasto da cui ricavare gli gnocchi.
Pulite gli scampi aprendo la parte inferiore del carapace con una forbici, tenete da parte 5/6 teste. Mettete da parte 2 scampi a porzione intero, gli altri vanno sgusciato e tritati al coltello. In una casseruola dai bordi alti fate soffriggere uno spicchio d’aglio, aggiungete le teste degli scampi e fare cuocere per 5 minuti, aggiungete abbondante acqua, la bisque ottenuta servirà per la cottura degli gnocchi.
Cuocete a vapore gli asparagi per qualche minuto, salate, frullare fino ad ottenere una crema, aggiungendo olio evo e un mestolo di brodo, la metà dello zafferano.
Cuocete a vapore gli scampi, aggiustate di sale e pepe, nel frattempo cuocete gli gnocchi nella bisque che avrete salato con sale grosso per qualche minuto fino a che saliranno a galla.
Impiattate mettendo la crema di asparagi sul fondo,finendo il piatto con i pistilli di zafferano.
Il ritorno al lavoro dopo le vacanze porta con se una lieta novella, ad ottobre torna Inconfondibile Festival, manifestazione che promuove la conoscenza dei vini prodotti con metodo ancestrale e rifermentati in bottiglia.
Più precisamente domenica 23 lunedì 24 ottobre al The Westin Palace di Milano, una due giorni di assaggi, conoscenza e comprensione di vinificazione che si può definite anche solo utilizzando la parola naturale, col fondo, sur lie o sui lieviti che dir si voglia.
Una manifestazione intera che celebra tecniche secolari, metodi che se inventati oggi sarebbero etichettati come “amici dell’ambiente”, quando l’antico è più attuale che mai. Parliamo di vini che hanno un potenziale evolutivo immenso, ma allo stesso tempo sono vini sinceri, che stupiscono anche senza tanti fronzoli.
Ho partecipato a Inconfondibile per la prima volta nel 2021, per me è stato anche il primo vero approccio con questo mondo, che da subito si è rivelato una dimensione fatta di belle realtà e grandi sinergie tra produttori. Aziende che oltre a produrre vino in modo naturale, fanno vivere la loro azienda in modo eco, anche attraverso la produzione di prodotti come il miele o addirittura l’allevamento del baco da seta.
Persone, aziende che sono state capaci di creare sinergie e collaborazioni, perché alla fine l’unione fa la forza, come tanti tasselli che si incastrano l’uno con l’altro. Un mondo che se vogliamo non è influenzato dalle mode che indirizzano i mercati in determinate direzioni. Perché sappiamo benissimo che anche il vino può essere moda, addirittura la forza di un mercato può chiedere varianti o modifiche alla struttura di un vino.
Metodo Ancestrale
Se vogliamo il Metodo Ancestrale è il capostipite della bolla, definiti anche vini ribelli, vini che alla beva hanno un corpo, non parlo di grado alcolico, ma di consistenza.
Al contrario i Pet Nat (altro modo per definire gli ancestrali) non sono caratterizzati da grado alcolemico elevato, vini torbidi perché molto spesso al loro interno contengono ancora lieviti, una bassa pressione che regala al palato una bollicina sottile e delicata.
Il Metodo Ancestrale si basa su una sola fermentazione, che avviene in parte in tini e successivamente in bottiglia. Quando gli zuccheri non sono del tutto esauriti il vino viene imbottigliato, l’anidride carbonica al termine della fermentazione rimane all’interno della bottiglia, il vino diventa così frizzante.
Rifermentati in bottiglia
Come descrivere in modo semplice un vino rifermentato in bottiglia… come dire un Metodo Classico non sboccato, e quindi senza l’aggiunta del liquor deexpedicion cosa che avviene invece per il famoso Champenoise.
Vini freschi di facile beva, ma che sanno regalare grandi sensazioni anche grazie ai lieviti presenti all’interno della bottiglia.
Come per il Metodo Classico avvengono due fermentazioni, il vino viene imbottigliato e fatto rifermentare in bottiglia, ovviamente mediante il controllo della temperatura.
E’ da dire che all’assaggio la differenza tra Metodo Ancestrale e Rifermentato in Bottiglia non è facile da cogliere, serve un palato molto allenato. Per questo e per fortuna aggiungo esistono manifestazioni come Inconfondibile, per approfondire e capire tecniche, differenze e cosa ancor più importante conoscere di persona chi il vino lo produce.
Non so se le spiegazioni ti sono sembrate complete, ma questo è anche il modo in cui penso di descrivere il vino nel mio blog, in modo essenziale e senza entrare in tecnicismi, stuzzicare la tua attenzione quel tanto per approfondire l’argomento durante la manifestazione o direttamente in cantina.
Di seguito qualche foto dell’edizione 2021:
Inconfondibile festival 2021Cantina Iseldo MauleBigagnoli Wines
Anche quest’anno è arrivato il caldo, il desiderio di cibi freschi e veloci da preparare è più vivo che mai. Per questo oggi ti lascio la ricetta della mia tartare di manzo, anche molto carina come presentazione.
Cosa molto importante, quando si parla di cibo da consumare crudo, è avere un fornitore di fiducia, che proponga al pubblico ingredienti di prima scelta e da filiera controllata.
Nel mio caso quando si parla di carne la mia scelta è sempre Macelleria Gastronomia Melotto, a Isola Rizza paese dove abito. Per questa ricetta su suo consiglio è stata utilizzata dell’ ottima fesa di Chianina certificata.
Polpa magra ma tenera, importante per la preparazione della tartare il fattore tempo, dopo la preparazione a coltello o a macchina la carne deve essere consumata nel più breve tempo possibile.
Ricetta interessante per antipasto, vedi l’impiattamento mio di oggi, ma anche come secondo abbinato a una buona porzione di verdure e qualche crostino.
Abbinamento vino:
Anche se fa caldo non può mai mancare un calice di buon vino. Basta solamente ponderare la scelta e non prediligere vini troppo “pesanti”, concedetemi il termine.
Reduce da un’ evento sul Lago di Garda dedicato ai vino del Garda DOC ti propongo lo Chardonnay della cantina Baroldi Diego, a Gargnano piccolo comune sulla sponda bresciana del famoso lago del nord Italia. La cantina avviata nel 2015 è guidata da Diego che dopo aver conseguito la laura in Enologia nel 2004 ha maturato esperienza in importanti realtà del territorio.
L’evento che si è svolto lo scorso week end nella bellissima Lazise è Garda Wine Stories, una due giorni di degustazioni e banchi d’assaggio decicate ai vini del territorio del Garda. Perché si conosce al meglio un prodotto conoscendo anche il territorio in cui nasce e esce.
Di norma avrei abbinato a una tartare di manzo un vino rosso non troppo strutturato, ma quando ho assaggiato Disidoro ho subito pensato potesse sostenere l’abbinamento con carne rossa,
I sentori fruttati ma delicati, la leggera nota sapida e la persistenza al palato lo rendono adatto ad accompagnare questa ricetta, composta da carne rossa, ma anche verdura di stagione e una salsa fresca e leggera.
Ingredienti per 4 persone:
400 gr di tartare di fesa di Chianina
2 zucchine
2 scalogno
Olio evo
Erba cipollina qb
Sale
Pepe bianco
per la salsa tzatziki
100 gr yogurt greco
1 cetriolo fresco di medie dimensioni
1 spicchio d’aglio
5 foglie di menta
Olio evo
Sale
Preparazione della tartare di manzo:
Lava il cetriolo e taglia con una grattugia a julienne, lascia sgocciolare per 10 minuti nello scola pasta in modo che venga eliminato il liquido in eccesso.
Trita finemente lo spicchio d’aglio e le foglie di menta, in una ciotola versa yogurt, cetrioli, aglio, menta, un filo d’olio evo e sale, mescola bene e conserva in frigo.
Prepara le zucchine, lava e taglia a strisce sottili le zucchine, trasferisci in una pirofila e aggiusta di sale, cuoci in microonde per 1 minuto alla massima potenza.
Su un foglio di carta da forno adagia quattro fette di zucchina leggermente sovrapposte, schiaccia con un mattarello in modo da fissare le fette tra di loro.
Nel mixer trita lo scalogno con un filo d’olio, sale e pepe, versa la carne in una ciotola, aggiungi il trito e amalgama bene con un cucchiaio.
Distribuisci la tartare sulle fette di zucchina, arrotola per formare una sorta di cilindro, guarnisci con la salsa che avrai conservato in frigo, aggiungi erba cipollina tritata.
Idea veloce e molto semplice per risolvere il fardello stuzzichino aperitivo, poi la mortadella piace a tutti!
Quando improvvisamente sai che tocca a te preparare aperitivo per parenti ed amici che tra poco arriveranno a casa tua hai bisogno di un’ idea semplice, veloce ma saporita e d’effetto.
La ricetta che ti spiego oggi è veramente semplice, perché le crepe sono veramente facili da preparare e anche velocissime.
Anzi se sai in anticipo di dover preparare i cubi di mortadella alla sera puoi preparare il composto per le crepe il mattino e lasciarlo in frigo. Al momento dell’utilizzo dovrai solo dare una bella mescolata prima iniziare a creare le crepe.
Questa ricetta è l’esempio che a volte in cucina non serve impiegare molto tempo per preparare qualcosa di buono e sfizioso, anche con pochi ingredienti a disposizione.
Se non hai i cetriolini in casa li puoi tranquillamente sostituire con delle olive o delle cipolline in agro dolce.
Ingredienti per 6 persone:
2 uova
170 gr farina 00
340 ml latte intero
20 fette di mortadella (sottile)
Cetriolini in agrodolce
Burro
Procedimento per i cubi di mortadella e crepe:
In una terrina rompi le uova e versa il latte, sbatti velocemente con una forchetta.
Setaccia la farina all’interno del composto di uova/latte e mescola bene con una frusta, non ci devono essere grumi.
Copri con pellicola e fai riposare in frigo per 30 minuti.
Scalda la padella sul fuoco e sciogli al suo interno una piccola noce di burro, versa un mestolo di composto per crepe, ruota la padella in modo che il liquido si distribuisca bene, cuoci ogni crepe due minuti per lato.
Continua fino a quando non avrai finito la pastella, ricaverai circa 12 crepe. Lascia raffreddare.
Ora devi formare una sorta di lasagna, alternando una crepe e due fette di mortadella, taglia ricavando dei cubi grandi cm 2,5×2,5.
Guarnisci ogni cubo con una fetta di cetriolo agrodolce e servi.
Il pane è inteso come accompagnamento ad un piatto, ma è possibile dare identità a questo alimento, ad esempio preparare filoncino con cubetti di pancetta dolce, ottimo anche tagliato a fette per preparare dei crostini da abbinare magari a della crema di funghi.
Fare il pane a casa non è una cosa semplice ma la ricetta che ti spiego oggi è collaudata e di facile esecuzione, poi preparare il pane è come tutte le cose, l’esercizio aiuta.
Ingredienti:
400 gr di semola di grano duro
80 gr di pancetta dolce a cubetti
4 gr lievito di birra fresco
240 ml di acqua temperatura ambiente
Parmigiano Reggiano qb
Pepe bianco
5 gr sale
Procedimento per il filoncino con pancetta dolce:
Sciogli il lievito nell’acqua, nella ciotola della planetaria versa la farina e tutta l’acqua. Aziona la planetaria a cui avrai applicato il gancio e impasta per cinque minuti a velocità media.
Aggiungi la pancetta, il pepe e il sale, continua ad impastare fino a che otterrai un impasto liscio ed omogeneo, che si staccherà dalla ciotola della planetaria mentre lo lavori.
Trasferisci l’impasto in un contenitore trasparente, copri con pellicola e lascia lievitare fino al raddoppio in forno spento con luce accesa, ci vorranno circa quattro ore.
Trasferisci su di un piano di lavoro infarinato, dividi in tre parti, lavora con le mani fino ad ottenere dei rettangoli spessi circa un cm, arrotola e forma tre filoncini, copri con uno strofinaccio e fai lievitare 2 ore a temperatura ambiente.
Accendi il forno e fai scaldare con la placca all’interno fino a raggiungere i 230°, quando accendi il forno posiziona sul fondo una ciotola con acqua che servirà a formare vapore per la cottura.
Con un coltello a lama liscia effettua un taglio centrale lungo tutta la lunghezza del panino, profondo circa 1 cm. Cospargi la placca del forno con della semola, trasferisci i panini sulla placca del forno e cuoci per 15 minuti.
Leva la ciotola di acqua dal forno e cospargi la superficie dei panini con Parmigiano Reggiano, fai cuocere altri 15 minuti.
Sforna e lascia raffreddare su di una grata forata.
Credo che ogni italiano che si rispetti abbia il proprio formato di pasta preferito, e di conseguenza anche una preparazione che predilige, nel mio caso si tratta dei paccheri, e li prediligo ripieni al forno sono davvero una bomba.
La cosa importante è scegliere il produttore giusto e la giusta ricetta, bilanciata, con carboidrati, proteine e verdure, in modo che un semplice piatto di pasta possa diventare un nutriente piatto unico.
Per la ricetta che ti spiego oggi ho scelto i paccheri delle linea 1881 del pastificio Berruto, una gamma di formati prodotta solo con grano da filiera italiana, trafilata al bronzo e a lenta essicazione.
Mi piace quando toccando la pasta cruda si sente la porosità e la ruvidezza data dalla trafila, mi piace sapere che attraverso buoni prodotti mi alimento bene in modo corretto.
Questa ricetta la puoi preparare utilizzando un’unica pirofila, oppure dei contenitori mono porzione, che si rivelano pratici sia nel caso si prepari una gran quantità di paccheri da consumare nel tempo, ma anche per una questione estetica se si hanno ospiti a cena.
Per cominciare porta a bollore abbondante acqua salata, versa i paccheri nella casseruola e fai cuocere per 7 minuti, scola e lascia da parte in un contenitore ad intiepidire.
Prepara il ripieno, nel mixer versa la ricotta, il tonno, qualche ciuffo di erba cipollina, sale, pepe e un filo d’olio evo, aziona per qualche secondo e otterrai così una crema che sarà parte del ripieno.
Lava le zucchine, con l’aiuto di una mandolina ricava delle fette sottili spesse 2 mm, con un coltello taglia a listarelle e aggiungi al ripieno preparato in precedenza. Assaggia ed eventualmente aggiusta di sale.
Ungi leggermente la pirofila (le pirofile se prepari la versione mono porzione) con un filo d’olio evo, disponi i paccheri in piedi e riempi con la farcia, aggiungi un filo d’olio e inforna per 12 minuti a 200° in forno statico.
Cospargi i paccheri con abbondante Parmigiano e fai gratinare con grill per 5 minuti. Il risultato sarà una pasta dal ripieno morbido e saporito, ma anche croccante grazie alla gratinatura.
Ti è mai capitato di raccogliere gli asparagi? Vederli spuntare dal terreno, belli dritti a puntare dritto al cielo e la luce del sole.
Una verdura così piena di forza da bucare il terreno e farsi strada può dare solo benefici, lo sai che è ricca di ferro, diuretica e depurante per le funzionalità renali?
Aprile e maggio sono i mesi in cui faccio il pieno di asparagi, soprattutto verdi e viola, a mio avviso molto più saporiti dei bianchi e privi degli odiosi filamenti che caratterizzano la variante bianca.
Oggi la pianura con i suoi asparagi incontra il Trentino e la famosa carne salada, antico metodo di conservazione della carne. Tendenzialmente speziata e dolce contrasta bene il sapore ferroso degli asparagi.
Io accompagno questo eccezionale secondo o piatto unico con una vinaigrette al miele Antonia senape Italia (antonia-mosterd.nl) una nota di freschezza a questo piatto dai sapori complessi.
Ingredienti per 4 persone:
24 asparagi verdi
16 fette di carne salada tagliata sottile
Vinaigrette al miele
Sale
Olio evo
Procedimento:
Per prima cosa lava gli asparagi ed elimina la parte finale, coriacea e dura. Cuoci gli asparagi a vapore per 10 minuti, aggiusta di sale.
Stendi sul piano di lavoro le fette di carne salada, sovrapponendo due fette per ogni involtino. Appoggia sopra la carne salada tre asparagi e arrotola.
Scalda una padella con un filo d’olio e fai rosolare gli involtini velocemente, più scaldi la carne salada e più diventerà saporita.
Impiatta due involtini a persona e guarnisci con vinaigrette al miele.
Se non ami la senape puoi utilizzare anche una salsa preparate con yogurt greco e succo di limone o lime, giusto per dare al piatto quel tocco di freschezza.
Puoi accompagnare gli involtini anche con insalata, per rendere ancor più completo il piatto, magari aggiungendo anche qualche cipollina agrodolce.
Trento è sempre una città piacevole ed accogliente. Con il suo ordine e la sua calorosa riservatezza, è un piacere tornarci soprattutto in primavera, quando Vinifera edizione 2022 apre i cancelli di Trento Expo.
Vinifera la Mostra Mercato, in una frase il riassunto di quello che rappresenta questa manifestazione.
Un luogo in cui i produttori mettono in “mostra” le loro creature, e dove i visitatori le possono assaggiare, comprendere grazie all’interazione immediata con chi ha dato vita al prodotto, e infine acquistare e portare a casa una parte di quell’esperienza.
Vinifera 2022
L’edizione 2022 vede in degustazione vini di montagna italiani, con rappresentanze di tutte le regioni interessate, per poi proseguire con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia.
Un’ulteriore balzo in avanti per la manifestazione che per questa edizione vede notevolmente ampliata la proposta di vini degustazione, e vede la presenza ai banchi di assaggio con vini biodinamici dell’ associazione francese Vignerons de Nature.
Sempre presente anche la proposta food, rivolta sempre più al consumo consapevole, che passa per la conoscenza della stagionalità ma anche per la conoscenza del ciclo produttivo, evitare gli sprechi e ricavare tutto il possibile dalla materia prima.
Una piccola nota, tanto per sottolineare la sensibilità degli organizzatori verso la sostenibilità, con il calice non viene consegnato il classico sacchetto porta bicchiere.
Se ci pensi viene quasi sempre buttato e trattandosi di tessuto lavorato si tratta di rifiuto non riciclabile.
La mia manifestazione
Chi mi segue sa che non pubblico mai sul blog prima di aver partecipato all’evento in questione, per me è come parlare di un luogo mai visitato e soprattutto capito.
Due cose porto a casa da Vinifera, la crescente presenza giovane a questo tipo d’eventi, presenza consapevole e interessata. Giovani che interagiscono con i produttori e sono interessati a capire il prodotto e la sua produzione.
La seconda cosa riguarda me e la mia consapevolezza in tema sidro, hai capito bene, questa volta non ti parlerò di vino, o meglio non ti parlo di vino prodotto con l’uva, ma di un prodotto figlio della fermentazione delle mele.
Devo ammettere che non ho una grande esperienza in merito, ma grazie all’incontro in fiera con Sidro Vittoria, posso dire di aver acceso in me la lampadina.
Sidro di mele Sidro Vittoria
Quando incontri una persona che in cinque minuti fa nasce in te una curiosità persistente, che ti porta a scrivere della realtà che ti è stata raccontata vuol dire che ti è stato trasmesso amore e passione per il proprio lavoro, per la propria realtà produttiva.
Il progetto ha la sua sede in Cadore e mira a recuperare varietà di mele storiche, tradizionali e locali, adatte alla produzione di sidro. Frutteti al margine dei boschi in terreni anche scoscesi, le piante poggiano su terreni calcaree ed arenacee ce conferiscono ai frutti tratti minerali.
Prodotto con Metodo Classico, proprio il metodo utilizzato per produrre il famoso Champagne e gli Spumanti più pregiati, molte sono le fasi produttive che accomunano questo Sidro di Mele allo Spumante.
Una continua ricerca di varietà internazionali contraddistingue Sidro Vittoria, per creare equilibrio e bilanciatura nel prodotto finito.
Credo che a breve andrò a trovare sul campo (nel vero senso della parola) questa piccola realtà, perché quello che traspare dal racconto è la costante ricerca che li contrddistingue.
Una merenda a metà tra dolce e salato, a questo ho pensato quando ho creato questa ricetta, oggi ti spiego la mia schiacciata con prosciutto crudo.
Adoro abbinare il sapido dei salumi alla dolcezza delle confetture, una buona merenda adatta ad adulti e bimbi, idea perfetta anche per un pic nic visto l’avvicinarsi della primavera.
Le schiacciate sono ottime anche da utilizzare come pane, di sicuro farai un figurone se le prepari per una cena tra amici, o come crostini da utilizzare durante l’aperitivo o una cena in piedi.
Ingredienti per 4 persone:
60 gr farina di grano arso
160 gr farina di tipo 1
260 gr di esubero pasta madre
120 ml di acqua
In alternativa all’esubero di pasta madre: 2 gr di lievito di birra fresco, 100 gr farina tipo 1 e 60 ml acqua.
60 ml olio evo
8 fette di prosciutto crudo stagionato Salumi Lorenzi
3 cucchiai confettura di fichi
Sale
Procedimento per la schiacciata con prosciutto crudo:
L’idea di questa ricetta nasce anche dall’esigenza di utilizzare l’esubero di pasta madre, per esubero si intende l’eccedenza di prodotto che altrimenti con i rinfreschi andrebbe buttata, e noi non vogliamo buttare nulla.
Se non possiedi la pasta madre puoi ottenere un polish da utilizzare al suo posto, sciogli il lievito di birra in 60 gr d’acqua, aggiungi 100 gr di farina e mescola bene, lascia riposare coperto nel forno con luce accesa per 2 ore.
Nella ciotola della planetaria versa le farine, la pasta madre o il polish, l’acqua, aziona la macchina a cui avrai montato il gancio e inizia ad impastare, dopo 5 minuti aggiungi olio evo e sale. Impasta per altri 5 minuti.
Trasferisci l’impasto in una ciotola e copri con pellicola, lascia lievitare fino al raddoppio sempre in forno con luce accesa.
Sul piano di lavoro stendi un foglio di carta forno e ungi leggermente con olio evo, versa l’impasto e copri con un altro foglio di carta forno. Con il mattarello stendi l’impasto spesso circa 5 mm.
Per la cottura di questo pane non serve il forno, sul fuoco scalda la griglia, si proprio la griglia che usi per cucinare le bistecche.
Ungi leggermente la griglia con olio evo, trasferisci al suo interno l’impasto steso e cuoci 7 minuti per lato. Togli dal fuoco e lascia raffreddare.
Taglia dei rettangoli e farcisci con il prosciutto crudo stagionato e la confettura di fichi.
A volte i grandi classici della cucina come la carbonara sono d’ispirazione per creare nuovi piatti, l’importante è comprendere bene quale sia la base di partenza, oggi per te la mia carbonara ricetta.
Ripassiamo assieme gli ingredienti della carbonara: guanciale, uovo, pecorino, parmigiano e pepe nero, ecco la base la sappiamo per la carbonara, ora creiamo.
Alcuni cercano la diversità in cucina, altri no, io penso che cucinare sia come avere una tela bianca su cui disegnare e dar libero sfogo alle fantasia, idea di carbonare idea sta per ispirazione, perché tutto nasce da un’ idea.
Oggi propongo un primo piatto liberamente ispirato al capo saldo laziale della cucina italiana, non ti dirò è più buono o meno, quello che è certo ha meno grassi e colesterolo, quindi a conti fatti se ne mangi una forchettata in più non ti sentirai troppo in colpa.
Taglia in bacon a strisce sottili e fallo rosolare in padella senza aggiungere grassi, deve diventare croccante. Togli il bacon dalla padella, trasferisci in una ciotola e tienilo da parte.
Il grasso lascialo nella padella, qui poi farai saltare la pasta.
In un pentolino versa la panna di riso e fai scaldare, aggiungi lo zafferano e mescola bene, spegni il fuoco e aggiungi il parmigiano e il pepe, mescola bene fino a formare una crema densa.
Porta a bollore abbondante acqua salata, versa la pasta e fai cuocere, scola al dente. Con un forchettone trasferisci la pasta nella padella in cui hai rosolato il bacon, aggiungi un mestolo di acqua di cottura e fai cuocere la pasta.
Aggiungi 2/3 di crema e bacon, amalgama il tutto, impiatta e finisci con crema, pepe nero e bacon.