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Tortelli al cioccolato con cinghiale al Syrah

Tortelli al cioccolato con cinghiale al Syrah

Il 2020 si chiude con un bel contest “Bacco Natale” promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana, la cantina I Vicini sarà a mio fianco in questa avventura per creare assieme Tortelli al cioccolato con cinghiale al Syrah.

Ho conosciuto il Signor Romano telefonicamente, al momento questo è il solo modo che abbiamo, ma da subito ho percepito la sua passione per il vino e per la sua cantina.

Ho promesso che andrò a visitare l’ azienda  e i luoghi descritti in primavera e poi brinderemo assieme al prossimo Vinitaly 2021, perché il vino è anche questo, oltre a tecnica è anche condivisione e conoscenza personale, e da assaggiatore Onav quale sono non posso rifiutare un invito simile.

I Vicini Winery

Territorio collinare A 310 mt sul livello del mare affacciata sul lago Trasimeno sorge la cantina i Vicici, questo favorisce il micro clima ideale per la maturazione delle uve.

Un terreno a impasto limoso-sabbioso adatto alla coltivazione di uve a bacca rossa, diffuse in Toscana.

La cantina utilizza il metodo della Coltivazione Naturale con semina di colture erbacee annuali: leguminose come favino, brassicacee come senape e ravano e graminacee come avena e orzo. Questo tipo di coltivazione fa si che il terreno assorba meglio i principi nutritivi.

Come nasce la ricetta

Mi sono stati  descritti colori, non solo del vino ma anche del colore che le  foglie delle viti assumono in autunno, profumi, sentori, in modo così dettagliato che ho potuto elaborare la ricetta ancora prima di assaggiare il vino.

Idea che ho confermato appena ricevuto la campionatura e ho potuto versare il Syrah nel calice, il colore rosso rubino intenso, sentore di frutti rossi, ribes e ciliegia, sul finale la nota speziata di pepe. Un vino tannico ma non eccessivamente, al palato rimane morbido anche se  corposo, un vino che definisco avvolgente.

Un vino che può sostenere un abbinamento complesso e forse anche un po’ azzardato, ho pensato subito al connubio cioccolato amaro/fondente e selvaggina, ma anche al territorio nel quale il vino viene prodotto.

I sapori che si fondono:

  • Cinghiale che è ingrediente tipico toscano per le tagliatelle
  • Il cavolo nero ortaggio invernale usato molto in Toscana.
  • Il cacao amaro per la pasta
  • sono nati i Tortelli al cioccolato con vino Syrah, il tutto con l’aggiunta di piccoli ribes che ritroviamo nel vino durante l’esame olfattivo. Il ribes nell’equilibrio del piatto rende il tutto più fresco grazie alla sua acidità.

Il connubio carne cioccolato è ormai consolidato, potremmo parlare di opposti che si attraggono, utilizzato dalle antiche civiltà dell’ America Centrale, ma anche in Messico dove si prepara il Mole Poblano de Guajalote  a base di tacchino, spezie e ovviamente cioccolato.

Per finire in Sicilia dove carne e cioccolato di Modica diventano addirittura un dolce ‘mpanatigghi di Modica, mezze lune ripiene di cacao e macinato di manzo.

La scelta carne di cinghiale quindi arriva dal territorio ma anche dalla volontà di abbinare selvaggina al cioccolato fondente, abbinamento sostenuto molto bene dal vino per le sue note speziate.

Per il cavolo nero invece la scelta ritorna al territorio, ma anche alla sua dolcezza, alla possibilità di lavorarlo in vari modi, come ho fatto io a crema e chips. Senza volerlo poi, a foto fatta devo dire che i colori sono molto Natalizi.

Ingredienti per 25 tortelli:

Per la pasta:

  • 200 gr farina 0
  • 30 gr cacao amaro in polvere
  • 2 uova intere+ 1 tuorlo

Per la farcia e guarnizione:

  • 200 gr di polpa di cinghiale
  • 150 ml Sirah
  • Cavolo nero 8 foglie
  • 100 ml passata di pomodoro
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • Cipolla rossa 1
  • Aglio nero 1 spicchio
  • Olio evo
  • Panna da cucina 100 ml
  • Ribes
  • Rosmarino
  • Alloro
  • Pepe rosa
  • Sale

Procedimento:

Per la farcia:

Taglia la polpa di cinghiale a piccoli pezzi e metti in frigo a marinare con 75 ml di vino Sirah per 5 o 6 ore.

Scola la carne dalla marinatura e taglia a piccoli pezzetti, trita finemente sedano, carota e cipolla e fai soffriggere in una casseruola con olio evo.

Aggiungi la carne e lascia rosolare qualche minuto, sfuma con il restante vino e fai andare a fuoco vivo senza coperchio per qualche minuto in modo da far sfumare il vino.

Abbassa la fiamma, aggiungi la passata di pomodoro, sale, un rametto di rosmarino, 2 foglie di alloro, una decina di bacche di pepe rosa in infusione. Fai cuocere per circa 4 ore a fuoco basso, io ho lasciato riposare la carne tutta la notte.

Togli gli aromi e il pepe, quindi trasferisci la carne nel mixer e trita grossolanamente.

Per la pasta:

Mescola la farina col cacao, sulla spianatoia crea una fontana con la farina, al centro versa le uova.

Con una forchetta amalgama le uova alla farina, ora impasta con le mani fino ad ottenere un’impasto liscio e omogeneo. Copri con pellicola e fai riposare in frigo per un’ora.

Stendi la pasta con mattarello o nonna papera fino ad ottenere una sfoglia sottile, con un coppa pasta del diametro di 9 cm ricava dei cerchi che andrai a farcire con il ragù di cinghiale.

Tortelli al cioccolato ripieni con cinghiale
Tortelli al cioccolato ripieni con cinghiale

Inumidisci leggermente i bordi con dell’acqua e richiudi il tortello a formare una mezza luna, quindi ripiega il bordo verso l’alto e pizzica le estremità per chiudere il tortello.

Tortelli al cioccolato ripieni con cinghiale
Tortelli al cioccolato ripieni con cinghiale

Il cavolo nero:

Lava le foglie e asciugale bene, priva le foglie della costa centrale.

Tre foglie vanno adagiare su carta forno, unte leggermente con olio e sale, inforna per 10 minuti a 150° ventilato, otterrai delle chips fantastiche.

Taglia le foglie di cavolo nero a pezzi anche grossolani, fai soffriggere in olio evo uno spicchio d’aglio nero, versa il cavolo nero e circa 200 ml di acqua, aggiusta di sale e porta a cottura.

In una casseruola fai bollire abbondante acqua salata.

Versa il cavolo cotto nel boccale del frullatore a immersione, aggiungi la panna e frulla fino ad ottenere una crema. Se dovesse risultare troppo densa aggiungi un po’ d’acqua messa a bollire per cuocere i tortelli.

Ora cuoci i tortelli per 2 minuti in acqua bollente, scola bene. Nel piatto come base la crema di cavolo nero, quindi 5 tortelli per porzione intervallati da chips di cavolo nero, qualche ribes fresco che con la sua acidità equilibra i tanti sapori e consistenze di questo piatti.

Ovviamente in abbinamento ai Tortelli al cioccolato ripieni con cinghiale un calice di Sirah della cantina I Vicini.

 

 

 

 

Gnocchi di cortile

gnocchi di lenticchie rosse talent for food

Anche quest’ anno non ho esitato un’ attimo quando è arrivata la mail per partecipare a Talent For Food, contest promosso dalla Sezione Alimentare di Confindustria Padova, la cui serata finale quest’anno si svolgerà a Valdobbiadene.

Scopo anche in questa edizione è di mettere in contatto i talenti del web con le realtà produttive, dando libero sfogo alla creatività e al racconto del perché si è pensato in particolare a una ricetta salata piuttosto che dolce.

Nella mistery box ricevuta 18 prodotti di aziende Venete, eccellenze del territorio che sanno e vogliono lavorare bene, ingredienti vari che danno spazio a molteplici abbinamenti, di regola si può pubblicare una ricetta salata e una dolce, ma dando spazio alla fantasia le varianti sono davvero tante.

La mistery box

Di mio prediligo il salato, e sinceramente visto che anche quest’anno la ricetta deve contenere un’ingrediente della corte Veneta ho pensato subito all’anatra.

Animale allevato in tulle le cascine e corti, ha sempre rappresentato un’importante fonte di sostentamento, vista anche come pietanza pregiata della festa, ad essa sono dedicate diverse sagre e manifestazioni durante l’anno, soprattutto nel Veronese e Vicentino.

Per mia fortuna sono nata e cresciuta in campagna, ho avuto il piacere di crescere in una famiglia in cui venivano e vengono allevati tutt’ora buona parte degli animali (e non solo) che servono per il sostentamento.

D’estate l’occupazione principale per noi bimbi in vacanza dalla scuola era “pascolare” anatre, oche, germano reale per fargli mangiare erba fresca, oltre a sgranare piselli, fagioli e pulire fagiolini, in dialetto tegoline.

Anche dell’anatra come per il maiale non si butta nulla, con la pelle a cui si lascia attaccata una minima parte di carne si preparano i ciccioli, alimento poco dietetico ma dal gusto pazzesco, sottili strisce di pelle soffritte fino a diventare croccanti.

Mia nonna mi raccontava che durante le serate invernali quando nelle famiglie ci si ritrovava e prendeva vita il filo’, l’antico rito delle chiacchere e del raccontare storie di credenza popolare di sgranocchiavano i ciccioli, allora non c’era il pop corn.

Gli ingredienti

L’anatra mi ricorda un sapore rustico casereccio, per cui ho deciso quasi immediatamente cosa avrei preparato, uno gnocco dal sapore sincero e deciso:

Miks 24 Molino Favero adoro il sapore delle farine di legumi, danno ad ogni piatto un sapore più autentico, oltre ad essere un’alimento ricco di proteine e povero di grassi. Molino Favero è specializzato in legumi e nella loro trasformazione.

Farina 00 Molino rossetto farine che utilizzo spesso nelle mie ricette, dal 1760 storia di un’azienda nata da una famiglia di mugnai, una filiera sottoposta ogni anno a molteplici controlli per garantire un prodotto di qualità. Un’ampia gamma di prodotti dalle farine di forza alle macinate a pietra.

Agugiaro & Figna nel 2003 nasce il progetto di aggregazione del molino Agugiaro e del molino Figna, entrambi nati nel 1800, commercializzata in pratica in tutto il mondo farine e semilavorati certificati per prodotti bio come la farina semiintegrale utilizzata in questa ricetta.

Crema di carciofi Serbosco crema versatile, dai primi piatti, alle bruschette a uan torta salata. Anche per questa azienda si tratta di prodotti certificati biologici, sottopone i propri prodotti a rigidi capitolati di produzione.

Mostarda di Fragoline Lazzaris ha saputo portare ai giorni nostri un piatto antico come la mostarda, antico metodo di conservazione della frutta, in questo caso la mostarda di fragoline ha un sapore dolce e delicato che esalta il gusto del ragù utilizzato in questo piatto.

Brodo di carne Well un brodo pronto da diluire per ogni preparazione, dare sapore senza forzare il gusto, una storia molto bella quella di questa azienda, dove l’esigenza ha portato un padre di famiglia a creare il primo brodo vegetale per aiutare la moglie nella gestione dei 12 figli.

Olio di Girasole Altoleico Biologico Agricola Grains un’azienda biologica dal 1991, attenta all’impatto ambientale che produrre ha, azienda a livello internazionale per produzione, raccolta e trasformazione di cereali bio.

Ingredienti per 4 persone:

Per gli gnocchi

400 gr di patate rosse di Valdiporro

100 gr farina di lenticchie rosse Miks 24 Molino Favero

50 gr farina 00 Molino Rossetto

50 gr farina biologica integrale Agugiaro & Figna

1 uovo

Per il condimento:

400 gr di cosce d’anatra con la pelle

200 ml di passata di pomodoro

2 scalogni

1 porzione di brodo di carne Well

Crema di carciofi Serbosco

Mostarda di fragoline Lazzaris

Olio di girasole Agricola Grains

sale fino e grosso

Olio evo

pepe

Procedimento:

Per prima cosa prepariamo il ragù, per prima cosa leva la pelle e lasciala da parte seguirà in seguito.

Disossa le cosce seguendo con il coltello la linea dell’osso, poi con le dita rovescia la carne e sfila l’osso.

Taglia la carne a pezzetti sottili, trita lo scalogno, in una casseruola fai soffriggere con l’olio di girasole, aggiungi la carne e fai rosolare.

Aggiungi la passata di pomodoro e il brodo, copri con coperchio e fai cuore per un’ora a fuoco basso, aggiusta di sale e pepe.

Prepariamo gli gnocchi, fai bollire le patate in acqua salata, quando alla prova forchetta saranno morbide scolate, sbucciate e schiacciate, quindi lasciate intiepidire.

Sulla spianatoia preparate a fontana le patate e le farine, non dimenticate l’uovo.

Gli ingredienti dell’impasto

Inizia ad impastare amalgamando gli ingredienti, fino ad ottenere un panetto compatto.

Dividi l’impasto in 10 parti, ogni parte deve essere lavorata con le mani fino a formare un “serpente”, con un coltello taglia gli gnocchi grandi circa 1,5 cm, lascio gli gnocchi lisci perché per questa ricetta non li voglio incisi.

gnocchi di lenticchie rosse
Gnocchi di lenticchie rosse

Versa nel bicchiere del frullatore a immersione 5 cucchiai di crema ai carciofi, frulla con frullatore per qualche secondo, in modo da ottenere una crema liscia.

In un altro contenitore versa un cucchiaio di mostarda di fragoline e 20 ml di olio evo, monta col frullatore a immersione, quindi filtra con un colino per ottenere una salsa liscia.

Fai bollire abbondante acqua, nel frattempo taglia la pelle messa da parte a strisce sottili, scalda una padella e fai rosolare la pelle, non aggiungere grassi perché ne rilascerà molto di suo.

Quando sarà croccante togli la pelle dalla padella e fai asciugare su carta assorbente.

l’acqua è a bollore, aggiungi il sale e versa gli gnocchi, dopo due minuti salgono a galla e sono pronti, scola e condisci con un filo d’olio.

Nel piatto crea uno strato di crema di carciofi, aggiungi gli gnocchi, il ragù, i ciccioli di pelle e qualche goccia di crema ottenuta con la mostarda.

Panpepato

Ricetta tipica delle festività Natalizie il panpepato si prepara solitamente a partere dall’ 8 dicembre giorno dell’ Immcolata che per tradizione da il via alle feste di fine anno.

Essendo una ricetta tipica presente in molte regioni d’ Italiane esistono molte versioni, come tutte le ricette tipiche ogni famiglia ha la propria.

Si narra delle origini orientali di questo dolce, importato assieme alle spezie che ne sono parte integrante.

Di fatto si tratta di un pane rafforzato, e vien da se che vista la stagione sia arricchito con ingredienti di stagione, miele e frutta secca in primis.

Quest’anno la città di Narnia in Umbria gli ha dedicato un focus all’interno della manifestazione Narnia Natalis

Manifestazione che si concluderà a gennaio e che grazie ad AIFB ha coinvolto noi food blogger per raccontare questo dolce.

Dopo aver letto diverse ricette ho voluto realizzare una versione che fosse in linea con i miei gusti e quelli della mia famiglia, ho voluto realizzare delle ciambelle mono porzione, da utilizzare come segna posto magari durante il cenone di capodanno, da gustare poi giunti alla mezzanotte.

Ingredienti per 6 ciambelle:

100 gr cioccolato fondente

100 gr miele

100 gr farina 0

nocciole, mandorle, noci, uvetta 50 gr per tipo

3 cucchiaio di vino rosso io Merlino Pojer e Sandri

Cannella

pepe nero

Procedimento:

Tosta le noci, nocciole e mandorle in forno, leva la buccia e trita grossolanamente.

Sciogli cioccolato e miele a bagno maria, aggiungi la frutta secca, l’ uvetta e le spezie, mescola bene, aggiungi il vino e la farina.

Impasta il tutto, per formare le ciambelle ho utilizzato apposita teglia da forno, pressa l’ impasto nello stampo fino a formare la ciamella.

Fai riposare una notte coperto con pellicola.

Inforna a 180° per 17/20 minuti.

Il contadino non lo deve sapere…

Ricetta dolce per talentforfood, amo i dolci che prevedono l’utilizzo di formaggi, quindi quando ho aperto la mistery box ho avuto subito l’illuminazione.

Giocando sul detto non far sapere al contadino quanto  buono il formaggio con le per è nata questa ricetta, inserendo perchè no il cioccolato fonfente altro ingrediente che va a nozze con le pere.

Pere cotte nella birra antoniana oro, avevo già sperimentato la cottura delle pere nella birra chiara, secondo me conferisce al frutto un retrogusto amarognolo che ben compensa il dolce.

Dosi per: 5 crostatine

Portata: dessert

Difficoltà: bassa

Preparazione:

1 ora e 20 minuti

Cottura:

base 20 minuti 200°

 

Ingredienti per la base:

100 gr cioccolato fondente

100 gr panna da cucina

4 cucchiai di dialsi risoni pasta integrale di riso

100 gr zucchero di canna

2 uova

Ingredienti per la crema e farcitura:

200 gr robiola di capra bio

100 gr panna vegetale

2 cucchiai zucchero a velo

2 pere Santa Lucia

400 ml birra antoniana oro

mostarda veneta

vaniglia 1/2 bacca

1 cucchiaio paprika dolce

1 cucchiaio zucchero di canna

fiori eduli da misticanza bio

staccante dolci

Procedimento:

  1. prepariamo la base del dolce, in un pentolino scaldiamo la panna da cucina, uniamo quindi il cioccolato fondente a pezetti e facciamo sciogliere e togliamo dal fuoco.
  2. in una ciotola montiamo zucchero e uova con le fruste, aggiungiamo la fariana di riso che avremmo ottenuto frullando 4 cuccgiai di risoni.
  3. incorporate il cioccolato fuso al composto di uova, zucchero e farina di riso e mescolate bene.
  4. con lo spray staccante ungete 5 stampini da crostatine del diametri di circa 9 cm, il fondo deve essere rialzato come quello che vedete in foto per creare la nicchia dove poi sarà inserita la crema.  Cuocete in forno a 200° per 20 minuti.

stampo cm 9

  1. nin una ciotola versate panna vegetale e lo zucchero a velo, montate con le fruste.
  2. incorporate la ricotta setacciata alla panna montatta e mescolate fino ad ottenere una crema, trasferite in una sac a poche con bocchetta liscia.
  3. in un pentolino fate scaldare la birra, la paprika, la vaniglia e lo zucchero di canna, sbucciate le pere e trasferitele nel pentolini in piedi con il picciolo verso l’alto, coprite e fate cuocere 20 minuti, poi levate dal liquido e fate raffreddare.
  4. a questo punto le vostre basi saranno ben fredde, levatele dallo stampo e farcite con la crema.
  5. tagliate le pere a striscioline a farcite le crostatine morbide, aggiungete una punta di mostarda e fiori eduli.

talent for food

Lasagna d’autunno

Partecipo quest’anno per la prima volta a talentforfood, contest a cui ho il piacere di partecipare tramite AIFB, esperienza interessante e stimolante visto anche il numero dei prodotti ricevuti per elaborare le ricette che hanno lo scopo di esaltare la cucina Veneta.

Qui vi spiego la prima ricetta quella salata, per il contest sono state dettate delle linee guida e quando ho letto che si doveva utilizzare un’ingrediente della corte Veneta ho pensato subito a lui lo stoccafisso, lo so ingrediente che prevede una lunga preparazione ma che da sempre grandi soddisfazioni quando arriva nel piatto, associato alla zucca e ai funghi porcini trifolati delis crea un sapore unico che profuma di autunno.

Per questa ricetta utilizzo un metodo di cottura chiamato sous vide, cottura sottovuoto a bassa temperatura che rende lo stoccafisso morbido e gustoso.

Canah Valdobbiadene Prosecco superiore DOCG brut oltre ad essere utilizzato per la preparazioe della ricetta viene abbinato anche in tavola come accompagnamento al piatto, spumante biologico morbido e fresco, con note fruttate abbinate alla bollicina accompagnano la complessità del piatto.

Dosi per: 4 persone

Portata: primo piatto

Difficoltà: media

Preparazione:

-ammollo stoccafisso 3 giorni

-cottura stoccafisso 6 ore a 72° in vaso

-preparazione pasta 1 ora e 30 minuti con riposo di mezz’ora

Cottura:

45 minuti a 185°

 

Ingredienti per lo stoccafisso:

200 gr stoccafisso

500 ml latte intero

400 ml Canah Valdobbiadene Prosecco superiore DOCG brut

100 gr Grana Padano grattugiato

Ingredienti per la pasta:

150 gr farina di farro Spelta bio

150 gr farina 00 molino Rosseto

3 uova

Ingredienti:

400 gr funghi porcini trifolati delis 

250 gr zucca pulita

1/2 cipolla gialla

400 ml latte intero

burro una noce

3 cucchiai di dialsi risoni pasta integrale di riso

100 gr Grana Padano grattugiato

prezzemolo tritato

olio di girasole alto oleico biologico

sale

sale grosso

Procedimento:

  1. mettete a bagno lo stoccafisso in acqua corrente per 3 giorni, lasciando sempre l’acqua leggermente aperta in modo che il ricambio d’acqua sia continuo.
  2. pulite lo stoccafisso da pelle e lische, spezzetare e inserite nei vasi di vetro, aggiungete il latte, il vino e il formaggio grattugiato. Chiudete con il coperchio e cuocete a 72° per 6 ore, esistono anche forni che hanno la funzione sous vide, in laternativa potete cuocere lo stoccafisso in modo tradizionale.
  3. prepariamo la pasta, mescolare la farina di farro e 00, disporre su spianatoia e creare un foro al centro, aggiungere le uova iniziando ad amalgamarle con la farina, impastare per 10 minuti fino ad ottenere un’impasto liscio ed omogeneo
  4. coprite con pellicola e fate riposare almeno mezz’ora
  5. mentre la pasta riposa taglaite la zucca a cubetti piccoli, tagliate la cipolla e fate rosolare in padella con un filo d’olio, aggiungete la zucca e fate cuocere circa 15 minuti.
  6. prepariamo la besciamella, al posto della solita farina uso la farina di riso, ricavata tritando a farina  3 cucchiai di pasta di riso integrale.
  7. in una casseruola fate sciogliere la noce di burro, aggiungete la farina di riso e amalgamate, aggiungete il latte a temperatura ambiente poco alla volta e continuate a mescolare, salate, fate cuocere circa 10 minuti fino a quando inizia ad addensare.
  8. stendete la pasta con la macchinetta non troppo sottile, potete ricavare 4 quadrati 10×10 per una lasagna mono porzione, oppure creare un’unica pirofila da porzionare poi dopo cottura.
  9. Iniziamo ad assemblare la lasagna, portate a bollore abbondante acqua salata, qui vanno sbollentati per 1 minuti i fogli di pasta che farete raffreddare immediatamente in acqua fredda. Sul fondo versate un mestolo di besciamella, un foglio di pasta, un po’ di stoccafizzo, prezzemolo grattugiato un poò di besciamella, altro strato di pasta, qui aggiungeremo zucca e funghi porcini sempre con besciamella, In totale sono 4 strati 2 con baccala e 2 con zucca e porcini, al’ultimo strato oltre alla zucca e ai porcini aggiungete qualxhe pezzo di stoccafisso con il suo sugo, grana grattuguato e prezzemolo.
  10. in forno 45 minuti a 185° per questa soffice lasagna.

Il riso e un po’ della sua storia

Il riso è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Graminacee. Questo cereale è molto nutriente, fonte importante di carboidrati, contiene proteine e minerali ed è privo di glutine. E’ un cereale molto antico, tra i primi ad essere utilizzato. Soprattutto in passato rappresentava l’unico mezzo di sostentamento e guadagno per molte popolazioni e ancora oggi la sua produzione è fondamentale. Originariamente erano due le specie importate in Italia:
• “Oriza Sativa” specie di origine asiatica, la più importante
• “Oryza Glaberrima” specie di origine africana, coltivata sempre più di rado
Dalla prima, derivano tre sottospecie: Indica (coltivata maggiormente in India), la Javanica (diffusa in Indonesia) ed infine la Japonica (adatta alle zone temperate), da cui derivano le varietà più comuni delle nostre zone come Vialone Nano, Carnaroli, Arborio, Roma e Baldo.
Dopo la preparazione del terreno, nel mese di aprile, viene effettuata la semina. Successivamente le risaie vengono allagate per proteggere le piantine dall’escursione termica tra il giorno e la notte. In questa fase la cura delle piantine era anticamente affidata alle Mondine: lavoratrici stagionali che si occupavano di “mondare” la pianta cioè pulirla dalle erbe infestanti. Un lavoro molto faticoso che prevedeva che esse rimanessero a schiena curva e con l’acqua fino alle ginocchia. Il loro abbigliamento caratterizzato da un fazzoletto legato sul viso, gonna lunga e cappello a tesa larga ha ispirato parecchi film come ad esempio “La ragazza del fiume” interpretato da Sofia Loren.
Quando il riso è maturo, nel mese di settembre, le spighe vengono raccolte e portate nelle Riserie, che vengono chiamate Pile. Qui le spighe subiscono la “pilatura” che consiste nel venir schiacciate allo scopo di eliminare la pula (buccia della spiga). Anticamente, In questa fase, il riso viene battuto dai piloni di legno di melo all’interno di conche scavate in blocchi di marmo rosso di Verona azionate da grandi ruote grazie alla forza dei corsi d’acqua. Successivamente il riso buono veniva diviso dai chicchi rotti o non maturi. Quest’ultima operazione veniva sapientemente effettuata dal Piloto: il gestore della Pila che storicamente era il custode dei segreti della lavorazione del riso. Tradizionalmente, la domenica, il riso veniva cucinato con un battuto di lardo, burro e pomodoro. Questa ricetta antica è tutt’ora conosciuta a tutti come ”riso alla Pilota”.
Oggi la lavorazione con vecchi pestelli vienemantenuta per una selezione speciale di risi. Comunemente viene effettuata con macchinari ad aria compressa, seguita dalla sbiancatura attraverso un processo meccanico di sfregamento.
Per regolarizzare la sempre maggiore produzione di riso in Italia, nel 1931 venne istituito” l’Ente Nazionale Risi”, il quale isituì la divisione delle varietà in quattro gruppi di appartenenza: fino, semifino, superfino e comune.
Nel territorio veronese, la varietà di riso maggiormente prodotta e consumata è il Vialone Nano, che attraverso un lungo iter, nel 1996ottiene l’Igp per primo in Europa e unico in Italia.
La coltivazione del riso in questo territorio ha una tradizione antica. Ancora oggi viene conservata e valorizzata grazie alla nuova generazione di pilatori che con innovazione, tecnica e passione portano avanti questa tradizione.

Negli anni, l’importanza di questo alimento ha fatto si che nascessero fiere a lui dedicate nelle zone di coltivazione. La più importante è quella di Isola della Scala in provincia di Verona, che in concomitanza al periodo di raccolta, festeggia il riso con un grande evento nato nel 1996 e in continua espansione.
Allo scopo di valorizzare il territorio a vocazione risicola è nata la “Strada del Riso Vialone Nano Veronese Igp”. Associazione riconosciuta dalla Regione Veneto. La Strada del riso è un percorso che si snoda nella provincia su occidentale di Verona, strade di campagna che attraversano risaie, ville, corti, vecchi borghi storici dal fascino antico.

Fonti:

http://www.risoferron.com/it/

https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/stortina-veronese/

https://ptrc.regione.veneto.it/pianure-e-valli-grandi-veronesi

Canederli al broccolo fiolaro

Devo dire la verità, questa volta l’idea per questa ricetta è venuta grazie alla bella iniziativa che AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) stà portando avanti in questo periodo, il gran tour del trentino AltoAdige.

Attraverso una serie di articoli e iniziative nei mesi di marzo, aprile e maggio vi farà fare il giro trà cultura e cibo del Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, di seguito vi lascio il link di un bellissimo e interessante articolo pubblicato sul sito:

https://www.aifb.it/cibo-e-cultura/gran-tour-italia/trentino-alto-adige/un-viaggio-nella-storia/

https://www.aifb.it/

Come vedete dalla locandina qui sotto una delle iniziative create per il gran tour del Trentino Alto Adige è creare una ricetta ispirata al piatto principe di questa regione:

Il Canederlo

Iniziativa stimolante che prevede tre regole:

-utilizzare pane raffermo;

-utlizzare Speck e/o formaggio Trentino;

-utilizzare un’ingrediente della propria regione;

e siccome a volte non so decidere ho pensato di usare Specke e un formaggio che mi ricorda le belle gite in questi luoghi, il Puzzone di Moena, mentre essendo Veneta come ingrediente della mia regione ho scelto un’ortaggio invernale che con il suo sapore a tratti amaro a tratti dolce è capace di smorzare la sapidità dello Speck e la persistenza del Puzzone di Moena, il Broccolo Fiolaro.

Ingredienti per 4 persone:

200 gr di pane raffermo

2 lt di brodo vegetale (sedano, carote, cipolla)

150 gr di Broccolo Fiolaro (già pulito)

150 ml latte intero

100 gr Speck

erba cipollina 1 cucchiaio

150 gr Puzzone di Moena

100 ml panna fresca

1/2 cipolla

sale

pepe

olio evo

Procedimento:

  1. Preparate il brodo vegetale, facendo bollire sedano, carote e cipolla, non salate.
  2. Lavate e pulite il Broccolo Fiolaro, cuocete al vapore per circa 20 minuti, quando sarà cotto unite in una ciotola con il latte e frullate con frullatore a immersione.
  3. Tagliate il pane a tocchetti piccoli, trasferite in una ciotola e versate il composto di latte e broccolo ottenuto in precedenza, salate, pepate e mescolate bene. Lasciate riposare qulche ora.
  4. Eliminate dalle fette di Speck l’estremità con il grasso e lasciatela da parte, tagliate lo speck e la cipolla e fate soffreggere con poco olio evo.
  5. Unite il soffritto e l’erba cipollina tritata al composto di pane, mescolate bene e quando si sarà raffreddato formate delle sfere, ne verranno circa 16. Trasferite in frigo.
  6. Accendete il forno a 180°, disponete su placca foderata con carta le strisce di Speck messe da parte, infornate 2/3 minuti fino a quando saranno croccanti.
  7. In un pentolino fate scaldare la panna, aggiungete il Puzzone di Moena a tocchetti e a fuoco molto basso mescolando continuamente, otterrete la vostra fonduta.
  8. Scaldate il brodo, immergete i Canederli per 15 minuti, quindi scolate.
  9. Adagiate un mestolo di fonduta sul fondo, i canederli, lo speck croccante e un pizzico di pepe.