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Young To Young 2023

Vinitaly 2023

Domenica 2 aprile si apre ufficialmente l’edizione nr 55 di Vinitaly, la manifestazione italiana più importante in ambito vino. Anche per questa l’edizione Vinitaly 2023 ti racconterò l’appuntamento con Young to Young, la master class che racconta giovani produttori attraverso giovani addetti ai lavori, in modo smart e veloce.

Per quel che mi riguarda il modo migliore che ho per raccontare un’evento è il mio blog, si ok ci sono le stories si Instagram per raccontare il momento, ma dopo 24 ore cosa ne rimane?

Ma veniamo a noi, l’appuntamento è per domenica 2 aprile Pala expo ore 15.00, per apprendere, assaggiare, capire, interpretare e poi raccontare. Capire realtà, territorio e vino, ma anche percepire quel qualcosa in più, e saper raccontare tutto nel migliore dei modi.

Perché una cosa è certa se Paolo Massobrio e Marco Gatti hanno selezionato i produttori di cui ti parlerò tra poco è perché hanno quel qualcosa in più. Tre sono le cantine e i vini in degustazione, conosciamoli assieme.

Brugnano vini:

Inizia con i fratelli Francesco e Giuseppe Brugnano la nuova era di questa cantina che produce vini da cinquant’anni. Una nuova visione, contemporanea e dinamica, capace di accorciare le distanze tra chi produce e chi consuma. Orgogliosi delle proprie radici, fedele al valore di un’unicità da difendere e tutelare.

Realtà attenta a una produzione sostenibile, con vigneti impiantati tra i 300 e 500 mt di altitudine si estende per 15000 m2 si avvale oggi delle più innovative tecniche di vinificazione.

La cantina ha sede a Partinico nella Sicilia nord-occidentale ed è di recente ristrutturazione.

Il vino in degustazione oggi è un Metodo Classico prodotto con vitigno Catarratto, Francesco ci presenta un vino dal perlage sottile ma persistente, floreale al naso, in bocca minerale e avvolgente, fermo restando il carattere dato dal vitigno.

Territorio – Cantine Brugnano

Revi Trento DOC:

Cantina fondata nel 1982 in una zona che fin da subito pare vocata per la produzione di bollicine metodo classico.

Il nome Revì deriva dal toponimo della zona di produzione, zona che secondo la leggenda era votata alla coltivazione di una vite dalla quale si otteneva un vino superiore, regale: il “Re vin”, Revì

Revi oggi è una cantina affermata e riconosciuta per la produzione di Trento DOC, vari sono infatti le tipologie prodotte della celebre bolla, un’attenta cura della vite contraddistingue questa realtà che negli anni ha saputo realizzare e perfezionare le tecniche apprese sui libri di scuola.

Blasé un Metodo Classico Trentino con tutto il carattere che ci si può aspettare da una bolla di montagna, sentori di tostato, di fieno e frutta secca, un perlage persistente ma mai invadente.

Reví Trentodoc (revispumanti.com)

Giovanna Madonia:

Una storia di famiglia che parte nel dopo guerra con il nonno Pietro che acquista una vasta proprietà a Bertinoro, la proprietà comprende anche una parte coltivata a vigneto, ma il sogno del patriarca è avere un grande uliveto, quindi quando una vite moriva veniva sostituita con un’ ulivo.

Nel 1992 Giovanna Madonia prende le redini della cantina non solo ripristina i vigneti ma addirittura li amplia, con costanza e testardaggine perché il suo desiderio era produrre grandi vini.

La produzione della cantina si divide tra Sangiovese ed Albana primo vino italiano ad ottenere la DOCG, ora la superficie vitata è di 14 ettari e Giovanna continua il suo progetto aiutata dalle quattro figlie.

Albana in purezza dal colore oro intenso, sapido, fresco, avvolgente, se dovessi descrivere questo vino in una parola direi schietto.

Giovanna Madonia | Società agricola

Le Guaite di Noemi Vinitaly 2019

Se devo essere sincera sono arrivata alla 53° edizione di Vinitaly con l’intenzione e l’ispirazione di degustare e scrivere vini Siciliani.

Di descrivere e capire meglio questa regione così distante fisicamente da me ma molto affine per colori e sapori.

Inizio però come consuetudine il mio Vinitaly dal Veneto, la mia regione di appartenenza, luogo del cuore e delle radici.

Proseguo nello spazio dedicato alla FIVI Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che si occupa di rappresentare la figura del Vignaiolo difronte alle istituzioni, a Roma come in altra sede, affianca e supporta i produttori chi di fatto produce vino dando alla loro categoria appoggio.

Degustando nello spazio Fivi vengo attratta dalla postazione e in particolare dalle etichette di Le Guaite di Noemi.

Non mi vergogno di dire di essere stata attratta in prima battuta dalle etichette, perchè un vino si vendeanche per la cura che si mette all’esterno della bottiglia.

Mi accoglie Noemi solare e comunicativa, sopratutto quando parla del suo prodotto, del suo vino come del suo olio, il suo motto:

Non è questione di moda, di denaro o doveri… è solo questione di Amore.

Un’ amore per la vigna nato a soli 8 anni, quando inizia a incamerare e a  rendere propri quei profumi e  quei sentori che oggi le hanno permesso di prendere in mano l’azienda di famiglia.

Azienda nata nel 1987 quando il padre Stefano Pizzighella acquista un piccolo frantoio a Mezzane di Sotto.

In un secondo momento inizia ad allevare anche la vite nella parte collinare più alta chiamata Le Guaite.

Nel 2002 le vigne iniziano a produrre e di inizia a vinificare i tipici vini della Valpolicella, si perchè Le Guaite vinifica solo in rosso, i vini prodotti sono:

Valpolicella superiore;

Valpolicella ripasso;

Amarone della Valpolicella;

Recioto della Valpolicella;

Tano IGT rosso Veronese;

Tisbe IGT rosso Veneto;

Ma durante la degustazione a Vinitaly la mia attenzione si è soffermata su Solitario IGT rosso Veneto, un vino che sostanzialmente è prodotto con il metodo e le uve che compongono l’Amarone, raccolta a mano, cernita, selezione, appassimento, e qui la differenza, il Solitario fa un mese in più di appassimento rispetto al cugino più blasonato.

Il Solitario nasce per errore come per errore a suo tempo è nato l’ Amarone, chissà che col tempo il successo sia lo stesso.

Un risultato finale al palato entusiasmante, più corposo in bocca di un’Amarone ma allo stesso tempo più armonico e piacevole.

Un vino che io immagino in degustazione in un momento di relax. Un vino da meditazione, per una serata tranquilla magari in compagnia della persona amata.

Abbinato ad un dolce non troppo dolce, penso a una torta foresta nera mono porzione, cioccolato fondente, cacao amaro, ciliegie per le quali è quasi arrivata la stagione ideale nelle nostri valli Venete.

Tortello & Farnito night

Venerdì 5 aprile 2019, il venerdì che precede la partenza della 53° edizione di Vinitaly, trà i tanti eventi previsti in città, già affollata per il vinitaly in the city sono stata invitata a Tortello e Farnito night.

Evento organizzato ai Magazzini dell’Arredamento in centro città a due passi da Piazza delle Erbe, in un’atmosfera rilassata e molto gradevole Farnito Cabernet Sauvignon della Cantina Carpineto, un grande rosso Toscano incontra il Tortello DiVino Dante preparato con grande maestria appositamente per l’occasione dallo del Ristorante La Borsa di Valeggio sul Mincio, e presentato dalla Chef Nadia Pasquali , un connubio perfetto che non solo accompagna il vino ma anche lo include al suo interno come ingrediente.

Il Farnito utilizzato nella ricetta del tortello per cuocere il brasato di manzo, che alpalato si presenta tenerissimo e dai sapori equilibrati, ma anche come ingrediente per la sfoglia, che richiama manco a dirlo il colore del vino nel calice.

Farnito Cabernet Sauvignon
Farnito Cabernet Sauvignon

Una splendida annata il 2013 presentata durante la serata, che con l’estate soleggiata e poco piovosa ha dato origine ad un vino corposo, robusto ma assolutamente armonico, dal colore rosso rubino e di ottima struttura, al naso si percepiscono frutti rossi e al retrogusto una nota speziata di pepe.

Onorata di aver partecipato a questo evento, promosso da una cantina dall’animo green, presente a Vinitaly con la terza generazione di produttori e con il più giovane vignaiolo TOP 100 di Opera Wine, Anton Zaccheo, Carpineto chiude la rassegna con un’importante riconoscimento per un’altro prodotto della cantina Toscana, il Chianti Classico Gran Selezione 2015, premiato con 95 punti da Wine Spector Insider, vino frutto delle cure e della passione dell’enologa Caterina Sacchet.

Le tre generazioni di Carpineto Wine

#youngtoyoung18 tasting

Anche per l’edizione numero 52 di Vinitaly continua il progetto youn to young, un’idea nata con l’ente fiera per dar modo ai giovani produttori di vino di farsi conoscere, oltre che partecipando alla manifestazione, diventando oggetto di articoli su blog e post su canali social dei blogger stessi, una bella iniziativa che da modo ai giovani produttori di far degustare i loro prodotti e di raccontare anche la loro storia, il perchè si sono avvicinati al mondo vino e cosa hanno fatto oppure vogliono fare per migliorarlo.

tasting

 

La degustazione di oggi domenica prevede tre vini e quindi tre cantine, partiremo dalla Sicilia per poi passare per il Piemonte e terminare il nostro viaggio in Toscana, dopo aver partecipato alla degustazione ho deciso di impostare l’articolo scrivendo in un primo momento della cantina in generale, quello che si può leggere ad esempio nel sito internet, poi parlare della sensazione e di cosa ha trasmesso il vino e la persona che ce lo ha illustrato.

http://cantinefina.it/

“Carattere” è la parola d’ordine di Bruno Fina e dei suoi figli.

Cantina Siciliana,  i vini Fina hanno il calore familiare e l’esperienza di chi il vino lo ha sempre fatto e lo ha sempre saputo raccontare, ed è in questo modo che si trasmette il carattere ereditato dal territorio e l’armonia degli uomini che quotidianamente ricercano l’eccellenza.

Dopo la degustazione…

Intervenuta alla degustazione Federica Fina, giovane enologa che per il poco che ho potuto capire ha sicuramente ereditato la passione dal padre, creatore e sognatore della cantina Fina, nelle parole di Federica si percepisce passione per il lavoro che svolge e per la sua terra la Sicilia, anche quando racconta che all’inizio giravano per i ristoranti per far conoscere il loro prodotto, per dopo qualche anno vendere in soli tre mesi 8000 bottiglie di vino.

Kebrilla Grillo, il vitigno Grillo 100%, chi mi conosce sa che amo i bianchi fermi, ma questo ha colpito dritto al cuore, Note agrumate miste al profumo di ginestra dal colore giallo paglierino… non vedo l’ora di abbinarlo a una ricetta di pesce.

https://www.cantinaolivero.it/

L’azienda agricola è situata nel comune di Cassine, nell’Alto Monferrato, dove la coltivazione della vite ha origine antichissima e ancora oggi è l’attività prevalente, favorita dalle particolari condizioni e caratteristiche del suolo e del clima. Dal 1915, quattro generazioni della stessa famiglia coltivano i vigneti di proprietà, dai quali nascono i vini conosciuti e apprezzati dalla clientela italiana e estera.

Dopo la degustazione…

Daniele Olivero è uno di quei giovani Italiani che invece di fuggire all’estero dopo la laurea ha deciso di restare e nel 2014 di inserirsi nell’azienda di famiglia che vanta una storia enologica lunga un secolo.

Barbera dAsti “Filari Corti” ha un bel colore rosso rubino intenso ed un profumo che ricorda la frutta rossa. L’affinamento gli conferisce note speziate e può essere degustato al meglio accompagnando primi piatti sostanziosi come grigliate di carne, bolliti, arrosti, brasati, salumi, formaggi, ad una temperatura di circa 20°avendo l’accortezza di aprire la bottiglia una mezz’ora prima. Vitigno Barbera.

 

http://www.carpineto.com/

Era il 1967 quando Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre un Chianti Classico di livello internazionale.  I due soci videro nella Toscana un enorme potenziale, dove poter produrre grandi vini applicando le tecniche più all’avanguardia e aumentare gli standard qualitativi dell’epoca. Innovatori per tradizione, Sacchet e Zaccheo, insieme alle loro famiglie, continuano a sperimentare, sempre nel rispetto dei grandi valori storici della Toscana: la linea di prodotti Carpineto include infatti vini delle più prestigiose DOCG fino a vini varietali di grande struttura.

Dopo la degustazione…

Caterina Saccet si laurea come enologa e sceglie di seguire le orme del padre, entrando in cantina e seguendo tutti gli aspetti, dalla vinificazione all’etichetta, ad oggi i vini Carpineto sono esportati in 70 paesi. Oggi assaggiamo questo Rosso Dogayolo chiamato schersozamennte da Caterina baby super tuscan, perchè rispetto ai vini toscani di solito molto invecchiati questo è un vino giovane.

Rosso Dogajolo la forza della gioventù, la maturità del legno, Sangiovese e Cabernet. Rosso rubino vivo. Vinoso e nello stesso tempo fruttato, con sensazioni di ciliegia, gradevoli i sentori di vaniglia, caffè e spezie. Per le sue caratteristiche fruttate, può essere consumato anche con i primi piatti e carni bianche ma il meglio di sè lo dà con piatti di sapore come i piatti tipici regionali, con gli arrosti, con la carne.

Una cosa che accomuna tutti e tre questi giovani produttori è la passione, passione per il vino, passione per la terra, passione per una realtà familiare creata e fatta crescere.

edf