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VINIFERA 2019 vini artigiani dell’ Arco Alpino

La prima settimana di primavera, al centro delle Alpi, tra le montagne del Trentino, nel cuore di Trento si svolge Vinifera, uno spazio aperto dove assaggiare idee genuine, incrociare sguardi autentici, stringere mani artigiane e affudarsu a cuori appassionati. Un luogo dove incontrarsi, confrontarsi, discutere, e vedere con il naso, con gli occhi, con la bocca, con l’ istinto. Vinifera

Vinifera seconda edizione, una manifestazione in crescita, preceduta da diversi appuntamenti che portano al 23 e 24 marzo 2019, l’ appuntamento è con 73 vignaioli dal Friuli alla Valle d’Aosta ed eccellenze del territorio per il food.

Un viaggio nel vino di nicchia,quello dei piccoli produttori, attraverso anche degustazioni guidate in abbinamento a formaggi e salumi, degustazioni alla cieca promosse dall’associazione Il Viticcio dove ci si può mettere alla prova i propri sensi.

Sono organizzate anche degustazioni guidate che percorrono l’Arco Alpino in un viaggio geo sensoriale, per arrivare fino ai cibi fermentati, i giovani vignaioli, i vitigni resistenti PIWI, vigneti conosciuti anche come super bio, permettono di eliminare quasi del tutto i trattamenti e di produrre vini nel totale rispetto dell’ambiente.

Detto ciò ora vi lascio qualche nota sui 3 vini che più mi hanno impressionato oggi:

Malga ribelle di Farra di Soligo TV, 3000 bottiglie annue, 200 mt sul livello del mare terreno leggermente argilloso, uve vendemmiate a mano, un’azienda a ciclo continuo, assaggiato Vitale un grande metodo classico appartenente alla denominazione Valdobbiadene DOCG non filtrato.

Vitale

Ci spostiamo ora in Valle d’Aosta cantina Vintage a St. Cristophe Aosta, terreno roccioso morenico, altitudine 480-640 mt sul livello del mare, assaggiato un grande priè de blanc in stile ossidativo, un vitigno autocnono della Valle d’Aosta a piede franco, Vintage produce L’or du Mont

L’or du mont

Il terzo vino di cui vi parlo è un Lagrein rosè della cantina Reyter di Bolzano, 10000 bottiglie l’anno, terreno porfirico e morenico dei fiumi Talvera e Isarco zona Bolzano, Calcareo a Caldaro. Leggermente più carico di colore rispetto ai rosè a cui siamo abituati, nel bicchiere però rispecchia a pieno le caratteristiche di questo tipo di vinificazione.

Lakrez

Cremoso per #anteprimaamarone2019

Ecco al via la 15° edizione dell’ Anteprima Amarone annata 2015, è anche l’ edizione che festeggia i 50 anni della denominazione, anno importante per questo vino trà i più venduti ed apprezzati.

Com’è ormai noto questo eccellente vino nasce da un’ errore di Adelino Lucchese cantiniere a Negrar. Allora, in Valpolicella, si produceva il Recioto Amaro, un vino passito dolce, contrariamente al nome. Si narra che quando Lucchese assaggiò il contenuto di quella botte, lasciata fermentare un po’ troppo, esclamò: “Ma questo non è amaro, è amarone!”.

Al di là di com’è nato l’Amarone, ne esistono molte versioni e molte cantine che ne rivendicano la paternità, direi che la qualità anche quest’anno è molto alta, un’annata quella 2015 molto buona dal punto di vista climatico e ovviamente tutte le caratteristiche si ritrovano ora che il vino è finalmente in bottiglia.

Presenti più di 60 etichette ognuna con caratteristiche di colore, olfatto e sapore diverso, frutto del sapere e della maestria di chi lavora in e per la cantina.


Anteprima Amarone 2019

Nel mio piccolo ho voluto rendere omaggio a una delle prime anteprime 2019 con una ricetta che ho preparato quasi un’anno fa, ma che ho dovuto testare e bilanciare più volte. Inserire l’Amarone in un dessert non è cosa facile, per questo definisco questo un dessert e non un doce, la dolcezza è presente in minima parte, data solo dal poco zucchero presente, poi il cacao, la nocciola e il burro attutiscono l’acidità dell’ Amarone e lo amalgamano al tutto.

Ingredienti per 2 porzioni:

400 gr di panna fresca

100 ml di Amarone della Valpolicella Valentina cubi

2 gr di colla di pesce

1 cucchiaio di cacao amaro

1 cucchiaino di zucchero moscovado

70 gr di nocciole tritate

riccioli di cioccolato

Per il crumble:

40 gr farina di riso Melotti

20 gr di zucchero moscovado

20 gr di burro freddo

sale

Procedimento:

Nella planetaria lavora con la foglia lavora burro e zucchero, aggiungi farina e sale.

Su placca da forno stendi l’ impasto formando delle palline irregolari, indorna a 180° per 20 minuti.

Versa l’ amarone in pentolino, fai scaldare e con l’ aiuto di uno stuzzicadenti dai fuoco al vino in modo da diminuire l’alcool, fai raffreddare.

In una ciottola con acqua fredda fai ammollare la colla di pesce per 10 minuti, trascorso il tempo strizza bene e fai sciogliere 20 secondi a micro onde.

Versa la panna nel boccale del frullatore a immersione, aggiungi il vino, le nocciole e la colla di pesce, monta per qualche minuto con frullatore a immersione.

Versa i 2/3 della crema in una ciotola e aggiungi il cacao e lo zucchero, monta ancora con frullatore a immersione.

Nel fondo del bicchiere versa 2 cucchiai di crumble, qualche riccio di cioccolato, versa la crema al cioccolato, crumble e crema all’ Amarone, finisci con granella di nocciole, crumble e riccioli di cioccolato.

Cremoso all’Amarone

Il mio Merano wine festival

In treno sulla via del ritorno giá operativa per scrivere della giornata di oggi.

Giornata di prime volte, non certo la prima volta in treno!

Oggi è stata la mia prima volta con un calice di Champagne, dico la verità più di uno di diverse cantine, sarò sincera, l’esperienza non mi ha entusiasmato ma ci riproverò, magari non era la giornata e la modalità giusta, lo prometto ci riproverò.

La mia prima volta al Merano wine festival, manifestazione che dal 1992 raggruppa nel bellissimo palazzo Kurhaus solo i vini e i prodotti valutati dalla Commissione The Wine Hunter, quindi presenti solo eccellenze sinonimo di qualità.

Come mi aspettavo evento organizzato con il rigore e la precisione tipico del sud tirol, tutto perfetto ed organizzato a dovere per accogliere e gestire una mole imponente di persone.

Assaggiato tanti vini, già conosciuti dalle mie papille gustative e piacevoli scoperte.

Confermo che amo la Sicilia e sopratutto il Grillo, vino minerale di un giallo caldo, sembra che racchiuda in se i raggi del sole.

Piacevole scoperta i vini Bastianich, in particolare il Sauvignon, 100% sauvignon, un vino elegante, aromatico con sentori di pompelmo, adatto a primi di pesce, e secondi di pesce anche al forno.

Una piacevole scoperta in una selle mie cantine preferite, Maculan di Breganze ho assaggiato Acini Nobili, una piacevole scoperta, dalla vinificazione sapiente di uve provenienti dal raffinato e raro vitigno di Vespaiola, in purezza al 100%.

La casa vitivinicola Maculan  produce questo sensazionale vino muffato dolce.

Il terreno vulcanico sul quale crescono le viti caratterizza in modo unico questo vino.

Giallo ocra intenso dolce ma non troppo è il fine pasto ideale in ottima compagnia.

Altra piacevole scoperta l’ Istria la Croazia con il suo vitigno autocnono Malvasia Istriana della cantina Arman che trova la collocazione dei suoi vigneti nella Croazia Occidentale, un vino piacevole adatto tutto pasto, secondo il mio modesto parere con piatti di pesce e di carne bianco tipo pollo o coniglio.

Bella anche la proposta birra, distillati e food, non vi parlerò di birra e distillati perché ho voluto fissare la mia attenzione sul vino, ma non ho tralasciato l’aspetto food.

Proposte varie e tutte molto buone, si va dai salumi e formaggi di ogni parte d’ Italia, a lavorati ittici come tonno e bottarga, frutta doc come la mela annurca, prodotti da forno salati e dolci, panettoni artigianali come quello proposto da Loison

La mia attenzione è stata cattutata in particolare dall’olio al bergamotto calabrese azienda agricola Francesca de Leo Alberti, un profumo di bergamotto, per me spettacolo su pesce e insalate.

La colatura di alici dell’ acqua pazza di Cetara, ho assaggiato gli spaghetti oggi un profumo e un sapore che non vi dico.

Acqua pazza di cetara

Il cotto di fichi di Donna Francesca, riduzione di fichi tipica della tradizione pugliese, già immagino i dolci che creerò, e perché no magari un secondo piatto a base di maiale o cinghiale.

Donna Francesca

Merano arrivederci al prossimo anno.

Sautern

KURHAUS

Germogli koppert cress

Food&love Comunicare Coinvolgere Condividere

Eccomi finalmente ci sono riuscita, sono stata coinvolta dalla frenesia della settimana e riesco a pubblicare solo oggi.

Ecco il mio post sul bellissimo evento a cui ho partecipato sabato 20 ottobre, Food&love 2018 ospitato da Frantoi Redoro di Grezzana.

L’ evento raggruppa alcune eccellenze italiane del food:

  • Redoro frantoio che sorge nella vallata di Grezzana, circondata dai primi territori della Lessinia, produttore di olio extra vergine di oliva e di altri prodotti come la favolosa crema di olive, produce il suo olio in un’ambiente costruito 8 mt sotto terra, in modo che la temperatura di lavorazione sia sempre costante.

 

  • Infermentum realtà nata dalla passione di 4 amici per il lievito madre,da 15 a 27.000 panettoni in pochi anni, questi sono i risultati quando la passione si sposa con la tecnica.

 

  • Pasta Sgambaroproduttori non solo di pasta ma anche della materia prima che la compone, attenti anche all’ambiente partendo dal pacagin dei loro prodotti.

 

  • Casearia Albi nel cuore della Lessinia, produttore di formaggi bio, fa parte del consorzio del Monte Veronese, da generazioni produttori fi formaggi nella valle dei Cimbri

 

  • Vini Farina nella Valpolicella Classica una cantina che sa produrre la storia del vino affiancata a nuovi prodotto, vi consiglio il Nodo d’amore IGT tutto da scoprire.

ascoltando gli interventi degli ospiti ho per tutti la stessa impressione, la voglia di comunicare la loro passione, coinvolgere sempre di più il pubblico i clienti e condividere con loro non solo i loro prodotti ma anche il loro sapere, guarda caso tutto accumunato nelle tre C di Salvatore Russo che mi sono rimaste impresse nella mente.

Mi sono rimaste impresse perchè anche questo blog nasce e vive per le stesse linee guidacomunicare alle persone quello che sono e penso con le mie ricette ed abbinamenti, coinvolgere chi legge o riproduce una mia ricetta nel mio mondo, condividere quello che creo nel web in una sorta di ricettario virtuale accessibile a tutti.

l’olio nuovo 2018

raccolto

Dopo una giornata in questa splendida location, dopo aver ascoltato gli internìventi dei vari ospiti, dopo aver capito qualcosa in più su come far funzionare meglio il blog per renderlo più visibile…

quindi più accessibile torno a casa consapevole che tanto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare, lo so sembra una frase fatta ma è la pura verità.

E’ stata una giornata anche di show cooking, ospite Ilenia Bazzacco ha proposto un piatto utilizzando prodotti messi a disposizione dalle aziende partecipanti.

nome del piatto food&love

Un grazie ad AIFB che supporta sempre tutti noi dando la possibilità di partecipare ad eventi così importanti.

#youngtoyoung18 tasting

Anche per l’edizione numero 52 di Vinitaly continua il progetto youn to young, un’idea nata con l’ente fiera per dar modo ai giovani produttori di vino di farsi conoscere, oltre che partecipando alla manifestazione, diventando oggetto di articoli su blog e post su canali social dei blogger stessi, una bella iniziativa che da modo ai giovani produttori di far degustare i loro prodotti e di raccontare anche la loro storia, il perchè si sono avvicinati al mondo vino e cosa hanno fatto oppure vogliono fare per migliorarlo.

tasting

 

La degustazione di oggi domenica prevede tre vini e quindi tre cantine, partiremo dalla Sicilia per poi passare per il Piemonte e terminare il nostro viaggio in Toscana, dopo aver partecipato alla degustazione ho deciso di impostare l’articolo scrivendo in un primo momento della cantina in generale, quello che si può leggere ad esempio nel sito internet, poi parlare della sensazione e di cosa ha trasmesso il vino e la persona che ce lo ha illustrato.

http://cantinefina.it/

“Carattere” è la parola d’ordine di Bruno Fina e dei suoi figli.

Cantina Siciliana,  i vini Fina hanno il calore familiare e l’esperienza di chi il vino lo ha sempre fatto e lo ha sempre saputo raccontare, ed è in questo modo che si trasmette il carattere ereditato dal territorio e l’armonia degli uomini che quotidianamente ricercano l’eccellenza.

Dopo la degustazione…

Intervenuta alla degustazione Federica Fina, giovane enologa che per il poco che ho potuto capire ha sicuramente ereditato la passione dal padre, creatore e sognatore della cantina Fina, nelle parole di Federica si percepisce passione per il lavoro che svolge e per la sua terra la Sicilia, anche quando racconta che all’inizio giravano per i ristoranti per far conoscere il loro prodotto, per dopo qualche anno vendere in soli tre mesi 8000 bottiglie di vino.

Kebrilla Grillo, il vitigno Grillo 100%, chi mi conosce sa che amo i bianchi fermi, ma questo ha colpito dritto al cuore, Note agrumate miste al profumo di ginestra dal colore giallo paglierino… non vedo l’ora di abbinarlo a una ricetta di pesce.

https://www.cantinaolivero.it/

L’azienda agricola è situata nel comune di Cassine, nell’Alto Monferrato, dove la coltivazione della vite ha origine antichissima e ancora oggi è l’attività prevalente, favorita dalle particolari condizioni e caratteristiche del suolo e del clima. Dal 1915, quattro generazioni della stessa famiglia coltivano i vigneti di proprietà, dai quali nascono i vini conosciuti e apprezzati dalla clientela italiana e estera.

Dopo la degustazione…

Daniele Olivero è uno di quei giovani Italiani che invece di fuggire all’estero dopo la laurea ha deciso di restare e nel 2014 di inserirsi nell’azienda di famiglia che vanta una storia enologica lunga un secolo.

Barbera dAsti “Filari Corti” ha un bel colore rosso rubino intenso ed un profumo che ricorda la frutta rossa. L’affinamento gli conferisce note speziate e può essere degustato al meglio accompagnando primi piatti sostanziosi come grigliate di carne, bolliti, arrosti, brasati, salumi, formaggi, ad una temperatura di circa 20°avendo l’accortezza di aprire la bottiglia una mezz’ora prima. Vitigno Barbera.

 

http://www.carpineto.com/

Era il 1967 quando Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre un Chianti Classico di livello internazionale.  I due soci videro nella Toscana un enorme potenziale, dove poter produrre grandi vini applicando le tecniche più all’avanguardia e aumentare gli standard qualitativi dell’epoca. Innovatori per tradizione, Sacchet e Zaccheo, insieme alle loro famiglie, continuano a sperimentare, sempre nel rispetto dei grandi valori storici della Toscana: la linea di prodotti Carpineto include infatti vini delle più prestigiose DOCG fino a vini varietali di grande struttura.

Dopo la degustazione…

Caterina Saccet si laurea come enologa e sceglie di seguire le orme del padre, entrando in cantina e seguendo tutti gli aspetti, dalla vinificazione all’etichetta, ad oggi i vini Carpineto sono esportati in 70 paesi. Oggi assaggiamo questo Rosso Dogayolo chiamato schersozamennte da Caterina baby super tuscan, perchè rispetto ai vini toscani di solito molto invecchiati questo è un vino giovane.

Rosso Dogajolo la forza della gioventù, la maturità del legno, Sangiovese e Cabernet. Rosso rubino vivo. Vinoso e nello stesso tempo fruttato, con sensazioni di ciliegia, gradevoli i sentori di vaniglia, caffè e spezie. Per le sue caratteristiche fruttate, può essere consumato anche con i primi piatti e carni bianche ma il meglio di sè lo dà con piatti di sapore come i piatti tipici regionali, con gli arrosti, con la carne.

Una cosa che accomuna tutti e tre questi giovani produttori è la passione, passione per il vino, passione per la terra, passione per una realtà familiare creata e fatta crescere.

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Il riso e un po’ della sua storia

Il riso è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Graminacee. Questo cereale è molto nutriente, fonte importante di carboidrati, contiene proteine e minerali ed è privo di glutine. E’ un cereale molto antico, tra i primi ad essere utilizzato. Soprattutto in passato rappresentava l’unico mezzo di sostentamento e guadagno per molte popolazioni e ancora oggi la sua produzione è fondamentale. Originariamente erano due le specie importate in Italia:
• “Oriza Sativa” specie di origine asiatica, la più importante
• “Oryza Glaberrima” specie di origine africana, coltivata sempre più di rado
Dalla prima, derivano tre sottospecie: Indica (coltivata maggiormente in India), la Javanica (diffusa in Indonesia) ed infine la Japonica (adatta alle zone temperate), da cui derivano le varietà più comuni delle nostre zone come Vialone Nano, Carnaroli, Arborio, Roma e Baldo.
Dopo la preparazione del terreno, nel mese di aprile, viene effettuata la semina. Successivamente le risaie vengono allagate per proteggere le piantine dall’escursione termica tra il giorno e la notte. In questa fase la cura delle piantine era anticamente affidata alle Mondine: lavoratrici stagionali che si occupavano di “mondare” la pianta cioè pulirla dalle erbe infestanti. Un lavoro molto faticoso che prevedeva che esse rimanessero a schiena curva e con l’acqua fino alle ginocchia. Il loro abbigliamento caratterizzato da un fazzoletto legato sul viso, gonna lunga e cappello a tesa larga ha ispirato parecchi film come ad esempio “La ragazza del fiume” interpretato da Sofia Loren.
Quando il riso è maturo, nel mese di settembre, le spighe vengono raccolte e portate nelle Riserie, che vengono chiamate Pile. Qui le spighe subiscono la “pilatura” che consiste nel venir schiacciate allo scopo di eliminare la pula (buccia della spiga). Anticamente, In questa fase, il riso viene battuto dai piloni di legno di melo all’interno di conche scavate in blocchi di marmo rosso di Verona azionate da grandi ruote grazie alla forza dei corsi d’acqua. Successivamente il riso buono veniva diviso dai chicchi rotti o non maturi. Quest’ultima operazione veniva sapientemente effettuata dal Piloto: il gestore della Pila che storicamente era il custode dei segreti della lavorazione del riso. Tradizionalmente, la domenica, il riso veniva cucinato con un battuto di lardo, burro e pomodoro. Questa ricetta antica è tutt’ora conosciuta a tutti come ”riso alla Pilota”.
Oggi la lavorazione con vecchi pestelli vienemantenuta per una selezione speciale di risi. Comunemente viene effettuata con macchinari ad aria compressa, seguita dalla sbiancatura attraverso un processo meccanico di sfregamento.
Per regolarizzare la sempre maggiore produzione di riso in Italia, nel 1931 venne istituito” l’Ente Nazionale Risi”, il quale isituì la divisione delle varietà in quattro gruppi di appartenenza: fino, semifino, superfino e comune.
Nel territorio veronese, la varietà di riso maggiormente prodotta e consumata è il Vialone Nano, che attraverso un lungo iter, nel 1996ottiene l’Igp per primo in Europa e unico in Italia.
La coltivazione del riso in questo territorio ha una tradizione antica. Ancora oggi viene conservata e valorizzata grazie alla nuova generazione di pilatori che con innovazione, tecnica e passione portano avanti questa tradizione.

Negli anni, l’importanza di questo alimento ha fatto si che nascessero fiere a lui dedicate nelle zone di coltivazione. La più importante è quella di Isola della Scala in provincia di Verona, che in concomitanza al periodo di raccolta, festeggia il riso con un grande evento nato nel 1996 e in continua espansione.
Allo scopo di valorizzare il territorio a vocazione risicola è nata la “Strada del Riso Vialone Nano Veronese Igp”. Associazione riconosciuta dalla Regione Veneto. La Strada del riso è un percorso che si snoda nella provincia su occidentale di Verona, strade di campagna che attraversano risaie, ville, corti, vecchi borghi storici dal fascino antico.

Fonti:

http://www.risoferron.com/it/

https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/stortina-veronese/

https://ptrc.regione.veneto.it/pianure-e-valli-grandi-veronesi

La Focaccia

Nel blog non ho mai parlato di prodotti che non fossero di mia creazione, ma quando ho provato la Focaccia della pasticceria Fraccaro ho voluto scoprire qualcosa di più su questa azienda.

Ho letto di un’azienda Veneta, che è anche la mia regione, che dal 1932 a Castelfranco Veneto produce oggi come ieri dolci di alta qualità utilizzando il loro lievito madre.

Negli anni hanno recuperato e messo in produzione ricette antiche come la Focaccia e la Veneziana.

In particolare ho assaggiato la Focaccia carta verde, ho provato questo grande lievitato al naturale senza aggiungere creme ecc, quando assaggio un prodotto per la prima volta amo sentire il sapore al “naturale”, devo dire che le sensazioni percepite sono quelle descritte dall’azienda quando parla di questo prodotto, un dolce povero della tradizione, semplice, preparato nei giorni di festa utilizzando l’impasto base del pane, uova, burro, zucchero e cotto in forno a legna, una leggera glassa a guarnire il tutto.

Credo che valga la pena valorizzare prodotti e aziende così in cui la qualità del prodotto è al primo posto:

http://www.fraccarospumadoro.it/